Come può un medico di 80 anni in pensione essere a rischio di controlli dichiarando più di 42.500 euro di compensi derivanti dall’attività professionale e 70.000 euro di pensione? Il mistero è reale, in quanto l’ISA modello AK10U in questo caso da come esito 1,21. Cioè l’Agenzia ritiene l’ex professionista, ora pensionato, un evasore e come tale a rischio controlli.
Ma procediamo con ordine. Un medico 80enne lavora ancora a tempo perso e oltre alla pensione dichiara il proprio reddito di lavoro autonomo pari a 16.000 euro quale differenza tra compensi percepiti pari a 42.000 euro e spese per un totale di 26.000 euro. Il principale costo è l'affitto dello studio, necessario per svolgere l'attività pari a 14.000 euro, i consumi sono 1.000 euro e 10.000 euro sono le restanti spese documentate (assicurazione professionale e macchinari specifici).
Troppe le spese? Pochi i guadagni fuori dalla pensione? Oppure semplicemente hanno ragione coloro che ritengono lo strumento degli ISA ancora inaffidabile? Fatto sta che il punteggio trasforma così un ex professionista con la passione per il suo lavoro in un potenziale evasore.
Analizzando il prospetto degli ISA si vede che il problema principale sono i ricavi, per l'Agenzia delle Entrate, troppo bassi.
Secondo il metodo degli ISA i compensi stimati sono 59.000 euro pertanto anche qualora il professionista pensionato decidesse di adeguarsi e dichiarare in questo caso il falso (perché la sua situazione reale lo porta ad un punteggio decisamente insufficiente) dovrebbe dichiarare altri 16.500 euro.
In particolare per massimizzare il punteggio di affidabilità è necessario indicare nel campo “ulteriori componenti positivi da dichiarare per massimizzare il punteggio di affidabilità dell’indicatore” presente nei quadri reddituali del modello Redditi 2019 (medesimo importo anche nel medesimo rigo del quadro G degli ISA) l’importo di 16.500 euro.
Altro indicatore con punteggio pari a 1 è il “valore aggiunto per addetto” che l’ex professionista dichiara pari a 16.000 ma il cui valore stimato è pari a 32.000 euro. Per massimizzare tale indice sarebbe necessario dichiarare almeno 15.864 euro nel campo “ulteriori componenti positivi da dichiarare per massimizzare il punteggio di affidabilità dell’indicatore” presente nei quadri reddituali del modello Redditi 2019 (medesimo importo anche nel medesimo rigo del quadro G degli ISA).
Sempre per quanto riguarda i compensi, punteggio pari a 1 anche per l’indicatore “reddito per addetto”.
Il problema in questo caso non ha una soluzione e l'unica cosa da fare per tutelare un minimo il professionista è quello di indicare nella sezione "note" il fatto che lavora a tempo perso nel proprio studio medico, e che non aveva mai avuto problemi con gli studi di settore. Ovviamente questa indicazione non modificherà il punteggio così penalizzante ma almeno darà conto in caso di accertamenti, della reale situazione specifica.
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