News Pubblicata il 09/09/2019

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IRPEF: calcolo per gli apicoltori con meno di 20 alveari

Proventi di apicoltura condotta da apicoltori con meno di 20 alveari nei comuni montani: ecco come si forma la base imponibile



Com'è tassato il reddito di un lavoratore dipendente che nel tempo libero in forma amatoriale è apicoltore? La domanda è stata posta all'Agenzia delle Entrate da un contribuente che nel tempo libero è apicoltore e conduce esattamente 19 alveari in forma amatoriale, senza finalità economiche e commerciali. L’istante dichiara però che intende confezionare e vendere miele a persone private, di vendere il proprio miele su mercati di contadini e altri mercati, di vendere il proprio miele a negozi e di eseguire il servizio di impollinazione. In questo caso il reddito come va tassato?

Il dubbio nasce in quanto la Legge di bilancio 2018 (L. 205/2017 comma 511) al fine di promuovere l'apicoltura quale strumento di tutela della biodiversità e dell'ecosistema e di integrazione di reddito nelle aree montane ha previsto che i proventi dell'apicoltura condotta da apicoltori con meno di 20 alveari e ricadenti nei comuni classificati montani non concorrono alla formazione della base imponibile ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.

Nel rispondere l'Agenzia delle Entrate (tramite l'interpello 359 del 30 agosto 2019 allegato a questo articolo) ha chiarito che laddove il contribuente istante abbia gestito per l’annualità 2018, solo 19 alveari, potrà, dunque, beneficiare del predetto regime di favore previsto dall’articolo 1, comma 511, della legge n. 205 del 2017, nel presupposto che l’attività sia svolta in comuni classificati montani e con meno di 20 alveari.
Attenzione però: resta ferma, tuttavia, che la verifica del numero degli alveari richiede un accertamento di fatto non esperibile in sede di interpello.

Fonte: Fisco e Tasse


1 FILE ALLEGATO:
Risposta interpello 359 del 30.08.2019

TAG: Agricoltura e pesca 2024