Si è tenuta il 18 GIUGNO 2019 presso la Commissione Parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, l'audizione di Marina Macelloni, Presidente dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani "Giovanni Amendola" (Inpgi), e di Vito Branca, Presidente del collegio sindacale dell’Inpgi . nell'ambito dell’Indagine conoscitiva sulle politiche di investimento e spesa dei fondi pensione e delle casse professionali.
La presidente dell'INPGI ha ricordato in premessa che l’Inpgi fornisce tutte le tutele previste nei confronti dei giornalisti titolari di lavoro dipendente, con una funzione sostitutiva del soggetto pubblico accollandosi le spese pensionistiche e quelle per gli ammortizzatori sociali.
La situazione attuale vede 15 mila rapporti di lavoro dipendenti con problemi di gestione finanziari a causa del fortissimo calo del lavoro dipendente (3000 assicurati persi negli ultimi 5 anni) .Macelloni ha chiarito che non si tratta di crisi della professione giornalistica ma delle modalità di svolgimento e delle nuove modalità di trasmissione delle informazioni .
Lo sbilancio previdenziale ammonta a circa 147 milioni. Inoltre si è manifestata una progressiva crescita di spesa per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, dal 2009 al 2017.
Sulle pensioni la presidente ha evidenziato che fino a quando nel 2015 non è stata introdotta la clausola di salvaguardia di tutela degli enti, l’applicazione del contributivo sulla platea dell’Istituto avrebbe applicato ulteriori oneri. Pertanto, sono state ridotte alcune prestazioni facoltative erogate ai pensionati ed è stato introdotto il contributo di solidarietà triennale alle pensioni più elevate, oltre i 38 mila euro .
Per quanto riguarda le gestione del patrimonio a garanzia e riserva delle prestazioni pensionistiche negli ultimi anni per finanziare la spesa corrente è stata dismessa parte del patrimonio immobiliare e sono stati ridotti gli asset in liquidi del patrimonio dell’Istituto. La minusvalenza grazie alle dismissioni è stata di 68 milioni invece che 87,5. A seguito di domande di membri della commissione la Presidente Macelloni ha anche chiarito che :
In un recente comunicato INPGI ricorda che la proposta di allargamento della platea degli iscritti anche ai cosiddetti "comunicatori " (coloro che fanno per professione attività di comunicazione senza l'iscrizione all'Ordine (addetti stampa responsabili uffici stampa aziendali, blogger ecc ) affonda le proprie radici non solo nell’esigenza di riequilibrare i conti dell’Ente ma ancora prima di una analisi realistica e sulla presa d'atto dello scenario complessivo della realtà contemporanea del mondo dell’informazione e della comunicazione. Il processo di riconoscimento identitario delle nuove figure professionali in chiave di welfare e protezione sociale ,è necessaria quanto quella ad esempio dei lavoratori della gig economy e la sostenibilità del progetto , sul piano economico finanziario, è ampiamente dimostrata da studi e proiezioni elaborate da esperti indipendenti.
La proposta doveva entrare in uno dei recenti decreti del Governo ma è stata bloccata negli ultimi passaggi parlamentari dmentre ci sono voci di commissariamento dell’Ente.
Il comunicato sottolinea che l’attuale gestione patrimoniale” dell’Ente, ha consentito negli ultimi anni di compensare il disavanzo della gestione previdenziale in crisi per il calo degli iscritti e respinge quindi l'accusa di ipotetiche “responsabilità gestionali” che "suona, come un attacco strumentale, finalizzato unicamente a screditare l’azione di governo dell’Ente e non a individuare soluzioni propositive per superare le criticità di bilancio".
Ricorda inoltre che : " E’ di tutta evidenza che la causa dell’andamento finanziario negativo derivi da fattori esogeni – connessi alla contrazione del mercato del lavoro giornalistico – rispetto alla gestione dell’Ente, in relazione alla quale nessun organismo di vigilanza e controllo ha mai evidenziato l’esistenza di anomalìe icivili o penali . Inoltre :" ’azione di controllo e repressione delle irregolarità e dell’evasione contributiva nelle materie di competenza dell’INPGI costituisce un elemento di presidio a tutela delle condizioni di lavoro e del rispetto della legalità : in estrema sintesi, oltre 2.000 ispezioni effettuate, circa 240 milioni di contributi e sanzioni non versati nelle casse dell’Ente accertati, più di 4.500 posizioni lavorative non denunciate all’INPGI riscontrate.
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