La Fisascat Cisl ha promosso una azione in sede europea per il riconoscimento dei diritti previdenziali dei lavoratori che svolgono la prestazione lavorativa in part time verticale ciclico con l'articolazione della prestazione lavorativa a tempo pieno solo su alcuni giorni del mese o di determinati periodi dell'anno. Si tratta di –oltre 100mila in Italia in tutti i settori produttivi .
Nel documento presentato alla UE viene richiesto il riconoscimento dell’anzianità contributiva per tutte le 52 settimane dell’anno a prescindere dai periodi per i quali sono versati i contributi in modo che i contributi siano riproporzionati sull'intero anno a cui si riferiscono. L’effetto di questa situazione è che i lavoratori in regime di part time verticale ciclico hanno un trattamento peggiore rispetto ai lavoratori a tempo pieno visto che i periodi di interruzione della prestazione lavorativa non gioverebbero né ai fini della prestazione previdenziale, né dell'anzianità contributiva.
Attualmente invece l'Inps prevede un trattamento differenziato tra i lavoratori che effettuano il part time verticale ciclico e quelli che effettuano il part time orizzontale, riconoscendo a questi ultimi l'intera anzianità contributiva ed ai primi la sola anzianità relativa ai periodi lavorati. l'istituto infatti continua ad attenersi ad una sua circolare del 1986 sostenendo di non poter applicare deroghe se non si modifica la normativa italiana di riferimento,
Il Parlamento Europeo ha pubblicato la petizione presentata nel 2018 reputando dunque ricevibile l'istanza ed ha richiesto alla Commissione Europea di svolgere una indagine preliminare sui vari aspetti del problema segnalato. Sul portale web dedicato del Parlamento Europeo è possibile consultare l’azione promossa dalla Fisascat Cisl ; inoltre previa registrazione, è possibile sostenere la petizione n° 0983/2018 indicando nella sezione l’anno di presentazione, il tema, lo status e il Paese (2018 – occupazione – ricevibile – Italia).
Negli ultimi anni molti lavoratori per vedere riconosciuto il loro diritto sono stati costretti a rivolgersi al Giudice generando negli ultimi anni un lungo contenzioso legale costoso sia per chi lo intraprende, sia per la collettività, sia per gli uffici che amministrano la giustizia» ha spiegato il segretario Fiscascat Guarini evidenziando che «I sindacati e i Patronati hanno interessato alla questione il ministero del Lavoro senza alcun esito» e che «solo attraverso le decisioni della Corte di Cassazione, emesse in virtù dei ricorsi individuali, i lavoratori vedono riconoscersi un diritto sacrosanto». Per questo la Fisascat Cisl ha deciso di sottoporre il problema all’attenzione del Parlamento Europeo affinché sia svolta ogni possibile azione per la tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori interessati .
La richiesta al Parlamento Europeo va inquadrata nel contesto normativo del diritto dell'Unione Europea e dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo parziale raggiunto tra Unice, l'unione delle confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro, il Ceep, il centro europeo dei datori di lavoro e delle imprese a partecipazione pubblica, e dalla Ces, la confederazione europea dei sindacati».
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