News Pubblicata il 20/11/2018

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Licenziamento del dirigente: vale il principio di giustificatezza

Il licenziamento del dirigente ha meno vincoli rispetto a quello di un altro dipendente. La Cassazione n. 27199 del 26.10.2018 respinge il ricorso in un caso di riorganizzazione aziendale



La disciplina limitativa del potere di licenziamento dei dipendenti di cui alle leggi n. 604/966 e n. 300 del 1970 non è applicabile ai dirigenti rientranti nella categoria per quanto stabilito dal contratto collettivo , sia che si tratti di dirigenti apicali, che di dirigenti medi o minori.

Per questo l'eventuale riconoscimento dell'indennità supplementare per il licenziamento prevista per la categoria dei dirigenti, non  puo fare riferimento alle nozioni di giustificato motivo ex art. 3, l. n. 604 del 1966, oppure di giusta causa ex art. 2119 c.c.  ma è sufficiente che le motivazioni del licenziamento rientrino invece  nel concetto di "giustificatezza".

Per il dirigente infatti  il rapporto fiduciario che lo lega  al datore di lavoro è piu delicato rispetto a quello del dipendente senza incarichi dirigenziali  e  puo essere  piu facilmente messo in discussione  per varie motivazioni, ad esempio :

Nel caso sottoposto alla Corte di Cassazione un lavoratore con la qualifica di dirigente veniva licenziato per  soppressione del posto di lavoro a seguito dell’adozione di un piano di riorganizzazione.
Il lavoratore proponeva ricorso davanti al giudice del lavoro che ne dichiarava l’illegittimità e riconosceva al lavoratore  l’indennità risarcitoria supplementare  prevista dal  CCNL di categoria . Il giudice di appello invece accoglieva il ricorso della società datrice di lavoro.

Contro la sentenza della Corte di Appello il lavoratore propone ricorso in Cassazione che viene pero respinto .
I Giudici di legittimità infatti ricordano come  nel caso di licenziamento di un dirigente, per la legittimità di tale atto  è sufficiente in capo al datore di lavoro poter dimostrare che c’è stata una riorganizzazione aziendale che ha interessato anche la posizione del dirigente.
Quello che la Cassazione ha rimarcato è che il giudice di merito non ha il potere di sindacare il merito delle scelte imprenditoriali ma solo di controllare la loro effettiva realizzazione. Per cui, l’esigenza di volere ottenere un risparmio economico per l’impresa di per sé giustifica il licenziamento del dirigente,  a meno che la parte lesa non provi che la riorganizzazione era finalizzata a discriminare il dirigente.  Il risparmio economico puo rientrare infatti tra i motivi di giustificatezza del licenziamento .
La Cassazione, richiamando precedenti arresti giurisprudenziali, ha  anche sottolineato come il fatto che le mansioni del dirigente licenziato siano assegnate ad altro dirigente, in aggiunta a quelle sue , non è determinante  in quanto è sufficiente  dimostrare  che il posto  del dirigente licenziato sia stato effettivamente soppresso.
 

Per approfondire ti puo interessare il commento completo "Licenziamento del dirigente e "giustificatezza" con analisi normativa, giurisprudenza e testo integrale dell'ordinanza.

Fonte: Fisco e Tasse



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