Il decreto Dignità prevede in caso di rinnovo di un contratto di lavoro a tempo determinato, compresi quelli in somministrazione, un aumento dello 0,5% del contributo istituito dalla Legge Fornero per finanziare la NASpI, ossia l’indennità mensile di disoccupazione per il sostegno al reddito ai lavoratori dipendenti che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione. Il testo modifica infatti il comma 28 dell’articolo 2 della legge 92/2012 in materia di ammortizzatori sociali.
Il contributo era fissato all'1,4% della retribuzione imponibile e ora viene aumentato dello 0,5% PER CIASCUN RINNOVO. Per i datori di lavoro dunque sullla retribuzione dei lavoratori a termine viene applicato:
il contributo dell'1,4% in occasione del primo contratto, che passa all'1,9% per il primo rinnovo, al 2,4% in caso di secondo rinnovo ,
e cosi via. (Ricordiamo che la durata complessiva del rapporto di lavoro cosi regolato non puo superare i 24 mesi , comprensivi di proroghe -max 4- e rinnovi).
Secondo quanto indicato nella relazione al provvedimento in questo modo si cerca di disincentivare l’utilizzo del contratto a termine, il quale deve rappresentare una tipologia utile esclusivamente ad esigenze limitate e particolari, indirizzando i datori di lavoro verso l’utilizzo di forme contrattuali stabili.
Con un emendamento alla Camera che è stato inserito nella legge di conversione sono stati esclusi dall'applicazione dei questa disposizione i datori di lavoro domestico.
E' stata invece confermata la norma che prevede il rimborso al datore di lavoro del contributo aggiuntivo in caso di trasformazione del contratto del lavoratore da tempo determinato in uno a tempo indeterminato.
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