Il ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio ha annunciato ieri in audizione al Senato «una doverosa riflessione» sulla possibile reintroduzione dei voucher per le prestazioni di lavoro occasionale, indicando quattro settori di possibile applicazione: «baby sitter, agricolo-stagionale, giardinaggio, pulizie». Sono alcuni dei settori in cui i voucher lavoro avevano una enorme diffusione e nei quali risulta difficile immaginare una forma sostitutiva "legale" come il contratto di lavoro a chiamata, improponibile in particolare per le famiglie e i piccoli imprenditori.
Lo strumento dei buoni lavoro gestiti in forma telematica dall'INPS, abrogato l'anno scorso dal Governo Gentiloni sull'onda di un utilizzo divenuto davvero massivo e considerato dai sindacati un abuso nei confronti dei lavoratori, era stata richiesta nei giorni scorsi dal Ministro dell'interno Salvini, soprattutto nei settori del turismo e agricoltura, e dovrebbe quindi trovare spazio nella conversione in legge del Decreto Dignità.
Decreto che peraltro non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, pare per la mancanza di coperture finanziarie credibili evidenziate dalla Ragioneria dello Stato, in particolare sul probabile minor gettito per l'utilizzo dei contratti a termine e per l'eliminazione dello split payment professionisti .
Il ministro ha parlato anche dell'intenzione di aggiungere nella nuova versione del provvedimento i «primi accenni» di un taglio del costo del lavoro stabile, in particolare con un incentivo sulle stabilizzazioni dei contratti a tempo determinato.
In autunno, con la legge di Bilancio invece il taglio al cuneo fiscale dovrebbe essere applicato in due settori innovativi e strategici come made in Italy e imprese digitali.
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