La Corte costituzionale, con sentenza 7 2017 , ha dato ragione ai ricorsi della Cassa previdenza dei commercialisti , e ha giudicato incostituzionale l’articolo della norma della Manovra Monti che prescriveva il versamento alle casse dello Stato di quanto risparmiato con la spending review .
In particolare, la sentenza non contesta l’imposizione di un taglio alle spese di gestione, nella misura del 5% per il 2012 e 10% nel 2013 rispetto al 2010 , in quanto le casse private sono iscritte all’elenco ISTAT degli enti della pubblica amministrazione e come tali soggetti alla spending review dettata dalldecreto 95 2012. Questa parte della norma infatti non viola la costituzione perché risponde ad esigenze di coordinamento della finanza pubblica.
E’ invece "irragionevole" per la Consulta", la richiesta di versare le sonme cosi risparmiate alle casse dello Stato perché le casse di previdenza private restano comunque enti privati che gestiscono risorse finanziarie versate dai cittadini con uno specifico obiettivo previdenziale perseguito attraverso la capitalizzazione. Giunge così al termine una vicenda nata nel 2012 e passata attraverso il Consiglio di stato che ha chiamato in causa la Corte costituzionale. Tali conclusioni sono doppiamente importanti anche se riferite precisamente alla Cassa previdenza dei commercialisti , in quanto si dovranno applicare anche alle vicende di altre casse professionali che avevano visto bloccare le loro rivendicazioni dalla Cassazione.
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