Scenderebbe dal 5 al 2 per mille dell'Irpef la somma che i contribuenti potranno destinare, in dichiarazione dei redditi, alla cultura, ma allo stesso tempo i contribuenti potranno scegliere il soggetto a cui destinare i soldi, come avviene già adesso per i partiti politici. Finora, infatti, le somme andavano genericamente al Ministero delle Attività e dei Beni Culturali, che poi li ripartisce tra gli enti (privati) che ogni anno si candidano, senza la possibilità da parte del contribuente di una destinazione mirata con una specifica finalità, tant'è che nel modulo della dichiarazione dei redditi destinato al 5 per mille per la cultura c'è solo lo spazio per la firma del contribuente, e non anche quello per indicare il codice fiscale del soggetto beneficiario, come invece avviene per gli altri 5 per mille.
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