Venerdì scorso il Consiglio dei Ministri ha esaminato in via preliminare lo schema di decreto legislativo che, attuando le direttive 2013/42/Ue e 2013/43/Ue, prevede il reverse charge anche per chi compra console da gioco, tablet pc (letteralmente, dovrebbe trattarsi dei tablet dotati di sistemi operativi che li fanno funzionare come computer) e laptop (pc portatili). Lo schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri prevede l'integrazione delle fatture d’acquisto dal 60° giorno successivo a quello di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo. A disporlo è la nuova versione della lettera c) del comma 6 dell’articolo 17, Dpr 633/1972, che estende alla vendita di tali beni l’inversione contabile, già prevista per le cessioni di dispositivi a circuito integrato (microprocessori e unità centrali di elaborazione) effettuate prima dell’installazione in prodotti destinati al consumatore finale, siano essi computer o altri beni (risoluzione 13/E/2012). E' confermata, inoltre, l’integrazione della fattura per gli acquisti di cellulari, mentre scompare dal testo della lettera b) della norma il riferimento a componenti e accessori per cellulari, per i quali, comunque, aderendo alle indicazioni comunitarie, il reverse charge era già stato escluso in via generale dalle Entrate (risoluzione 36/E/2011). Un ulteriore intervento riguarda l’eliminazione dal comma 6 dell’articolo 17, delle lettere d) e d-quinquies), essendo stata negata l’autorizzazione anche per le cessioni di materiali e prodotti lapidei e per quelle di beni nei confronti della grande distribuzione organizzata. Le norme sull’estensione del reverse charge, comunque, sono disposizioni a carattere temporaneo, in linea con l’articolo 199-bis della direttiva n. 2006/112, il quale ne prevede l’applicazione fino al 31 dicembre 2018, data di scadenza anche per il reverse nel settore energetico (lettere d-bis, d-ter e d-quater dell’articolo 17, comma 6, Dpr 633/1972).