Il 18 agosto è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la decisione n. 2015/1401 del consiglio dell'Unione Europa con cui si autorizza l'Italia ad utilizzare, fino al 31.12.2017, il meccanismo dello split payment (ovvero della scissione dei pagamenti). Lo split payment prevede che, in deroga all’ordinario meccanismo di applicazione dell’Iva, le pubbliche amministrazioni nell'acquisto di beni e servizi (per i quali le pubbliche amministrazioni non siano debitori d'imposta, quindi per le operazioni non soggette a inversione contabile), versino l’Iva addebitata dal fornitore nelle relative fatture direttamente all’erario, anziché allo stesso fornitore, scindendo, quindi, il pagamento del corrispettivo dal pagamento della relativa imposta. Trattandosi di una misura non prevista dalla normativa UE, la sua applicazione era subordinata al rilascio di una specifica autorizzazione di deroga da parte del Consiglio dell'Unione europea. Lo split payment è entrato in vigore dal 1° gennaio 2015 con la legge di stabilità, “nelle more” dell’autorizzazione UE, per esigenze di prevenzione delle frodi, tutela e semplificazione della riscossione dell’imposta sul valore aggiunto. Ora che l'autorizzazione è arrivata si completa la procedura di deroga che ha permesso l'Italia di applicare questo meccanismo dal 1° gennaio 2015. Si ricorda, tuttavia, che l'autorizzazione è solo temporanea, valida fino al 31 dicembre 2017. Successivamente, l’Italia ha assicurato che non chiederà il rinnovo dell’autorizzazione alla misura di deroga in quanto, quando saranno sfruttate pienamente le potenzialità della fatturazione elettronica nei rapporti con la Pa, potrebbe venire meno l’esigenza antifrode assicurata dallo split payment.