L' INAIL informa che è stato pubblicato su un importante rivista scientifica internazionale il 5 giugno 2015, un nuovo studio dei ricercatori Inail sui casi di mesotelioma (patologia asbesto correlata derivante dall'esposizione all'amianto)
L’analisi,
disponibile online sul sito della rivista scientifica BMC Cancer, ha identificato 32 cluster di comuni per ciascuno dei quali – per la prima volta in Italia – la patologia asbesto-correlata è stata interpretata sulla base dei dati di esposizione raccolti dai Centri operativi regionali del ReNaM, iil Registro nazionale dei mesoteliomi.
La ricerca è stata condotta su quasi 12mila casi osservati nel periodo compreso tra il 1993 e il 2008 attraverso interviste individuali, dirette o indirette, per identificare le modalità di esposizione. Tra i siti analizzati :Biancavilla Etnea,Casale Monferrato, Broni e Bari, per la presenza di impianti di produzione di manufatti in cemento amianto, e La Spezia, Genova, Monfalcone, Trieste, Castellamare di Stabia, Livorno e Ancona.
Nel dettaglio, tra gli uomini intervistati l’esposizione all’amianto è stata accertata nell’86,4% dei casi (7.538 su 8.724), mentre tra le donne la stessa percentuale è pari al 60,3% (1.888 su 3.128), una percentuale in crescita. Il prossimo step della ricerca sarà individuare le località di esposizione. La ricerca ricorda anche che la produzione di amianto nel nostro Paese ha raggiunto il suo culmine tra il 1976 e il 1980, ma si è mantenuta intorno alle 100mila tonnellate all’anno fino al 1987. Considerato che latenza del mesotelioma e di circa 35-40 anni, chiaramente la questione è ancora di grande impatto in Italia . Inoltre, malgrado i numerosi studi sul tema purtroppo la fibra killer continua a essere estratta, lavorata ed esportata in molti Paesi del mondo.