La Commissione europea ha pubblicato ieri la lista di 30 Paesi definiti come "black list". Tra le 30 giurisdizioni che sul fronte fiscale non cooperano, vi sono quattro paesi europei: Monaco, Andorra, Liechtenstein e Guernsey. Non è presente, invece, la Svizzera e alcun paese dell’Unione, perché la Commissione ha deciso di concentrarsi sui Paesi terzi. In una conferenza stampa tenutasi a Bruxelles, il commissario agli Affari economici, Moscovici, ha affermato che, per redigere la lista, sono stati considerati i paesi inseriti nelle liste dei paradisi fiscali di almeno 10 paesi membri. L’obiettivo della Commissione è doppio: costringere i paesi dell’Unione ad avere regole simili con cui valutare i paradisi fiscali; mettere sotto pressione i paesi con i quali sta trattando uno scambio automatico di informazioni: Andorra, Liechtenstein e Monaco, con cui i negoziati sono in corso. La Commissione europea, inoltre, ha confermato che intende riproporre un’ipotesi di base imponibile unica, che sarà obbligatoria per le imprese multinazionali. In tal modo, si uniformeranno le regole nazionali sul calcolo dei profitti, delle perdite, degli ammortamenti, delle deduzioni o delle detrazioni, contribuendo ad un sistema fiscale più trasparente.
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