Con la sentenza n. 2756 del 4 giugno 2015 il Consiglio di Stato ha contraddetto la decisione del Tar Lazio in materia di obbligo per le casse previdenziali private, come quella dei Dottori Commercialisti , di risparmiare sui consumi intermedi per versare poi tali risorse allo Stato, come aveva previsto l'art. 8 della legge 135/2012.
Il ricorso della Cassa previdenza Dottori Commercialisti avverso la pronuncia del TAR n. 6103/20113 è stato accettato ed è stata chiamata in causa la Consulta per giudicare la legittimità costituzionale della norma. Il Consiglio di stato ha INFATTI giudicato illegittimo il prelievo di risorse provenienti da soggetti privati destinate al lorio futuro trattamento pensionistico ravvisandovi la violazione degli art. 23, 35,36 3 38 della Costituzione mentre non ha considerato dirimente la questione della natura delle casse professionali assimilate a pubbliche amministrazioni in base all'elenco Istat, che era il fondamento della decisione del TAR .
Ora l'ultima parola spetta dunque alla Corte Costituzionale , mentre il presidente della Cassa, Guffanti , ha espresso la propria soddisfazione per l'autorevole conferma della validità delle argomentazioni portate avanti nell'intento di "tutelare la natura privata del risparmio previdenziale che viene gestito per far fronte ai futuri impegni nei confronti degli iscritti".