La Corte di Giustizia UE, nella sentenza del 5 marzo scorso relativa alla causa C-479/13 sull'aliquota IVA da applicare agli e-book, ha affermato che la vendita di libri digitali o elettronici non sconta l'IVA agevolata. La Corte ha ricordato che, secondo la normativa europea, le aliquote ridotte sono applicabili unicamente alle cessioni di beni ed alle prestazioni di servizi elencate nell’allegato III della direttiva 2006/112/CE, che fa riferimento, al punto 6, alla fornitura di libri su qualsiasi tipo di supporto fisico , a cessioni di beni. La fornitura di libri elettronici, invece, non integra una cessione di beni, non potendosi il libro elettronico qualificare come bene materiale e, pertanto, non può beneficiare dell’aliquota Iva ridotta. A supporto di tale tesi, l’art. 98, paragrafo 2, secondo comma, della direttiva Iva, esclude espressamente l’applicazione di un’aliquota Iva ridotta ai servizi forniti per via elettronica, tra i quali è riconducibile la fornitura di libri digitali o elettronici. La recente pronuncia della Corte di Giustizia UE è in linea con l’attuale prassi dell’Amministrazione finanziaria italiana (circolare n. 23/E/2014), secondo cui il libro digitale contenuto in un file scaricabile da internet è riconducibile alla categoria dei prodotti editoriali elettronici, ossia dei prodotti diffusi per via telematica ed oggetto di “commercio elettronico diretto”.
Si ricorda, però, che l'Italia ha introdotto, a partire dal 2015, l'aliquota IVA ridotta al 4% sugli e-book, aliquota ora a rischio. Il provvedimento della Corte UE sembrerebbe immediatamente operativo per i Paesi destinatari del provvedimento (Francia, nel caso di questa sentenza), a meno che venga presentato un ricorso. Pertanto, in assenza di un’analoga iniziativa da parte della Commissione Ue nei confronti del nostro Paese, per ora l’Iva resta al 4%.