La Camera ieri ha respinto due mozioni con cui si chiedeva l’abolizione degli studi di settore, approvando, invece, quattro istanze con cui si chiedeva di ottimizzare lo strumento fiscale. La critica sugli studi di settore ha riguardato la loro eccessiva rigidità e astrattezza e la loro scarsa affidabilità. Per tale ragione, si chiede al governo l’impegno a «valutare l’opportunità di procedere a una revisione degli studi di settore per semplificarli, prevedendo la riduzione del loro numero, e per renderli più efficaci attraverso una continua verifica ed eventuale modifica delle modalità di calcolo che persegua la massimizzazione dell’attendibilità delle stime e, al contempo, garantisca la fedeltà dei dati dichiarati dai contribuenti».