La Corte costituzionale ha bocciato la c.d. "Robin tax", ovvero l'addizonale Ires dovuta dalle imprese petrolifere e del settore energetico, introdotta dal D.L. n. 112/2008. Secondo i giudici, la Robin tax viola i principi di uguaglianza (art. 3 della Costituzione) e di capacità contributiva (art. 53). L'udienza si è tenuta lo scorso 13 gennaio, ma la decisione non era stata ancora divulgata finora. La questione dell'illegittimità costituzionale della Robin tax era stata sollevata dalla commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia. Per far salvi i conti dello Stato e non aprire un buco di qualche miliardo di euro, la Consulta ha espressamente disposto che la sentenza produrrà effetti soltanto “pro futuro”, non avrà quindi effetti retroattivi, che altrimenti determinerebbero "una grave violazione dell’equilibro di bilancio ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione». Un effetto retroattivo avrebbe dato luogo, infatti, a restituzioni e rimborsi per le imprese che dal 2008 sono state chiamate a versare l’addizionale Ires.
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