Il secondo tentativo di approvazione della normativa sulla voluntary disclosure (collaborazione volontaria sull'emersione dei capitali esteri), dopo otto mesi dalla cancellazione della norma del D.L. n. 4/2014, finalmente è riuscito. Il provvedimento sul rientro dei capitali e l’emersione del nero è diventato legge. Il rientro dei capitali, come precisato ieri anche dal ministro Padoan, non è un nuovo scudo fiscale, né un condono, in quanto il candidato all’emersione deve presentarsi con nome, cognome e con tutta la documentazione relativa agli investimenti esteri (e interni). In caso di dichiarazioni false, scatta un nuovo reato specifico, con una pena da 18 mesi a sei anni, più la revoca di tutti i benefici fiscali. Inoltre, a differenza dello scudo, le tasse dovranno essere pagate interamente (43% di Irpef più 2% di tasse locali), se non cadute in prescrizione (5 anni indietro per i Paesi white list, 10 per i paradisi fiscali). Si pagheranno anche gli interessi di legge e le sanzioni, ma queste ultime saranno ridotte al minimo (generalmente il 3% sul capitale).