I fabbricati di categoria catastale D, interamente posseduti da imprese, non censiti e distintamente contabilizzati, sono soggetti a Tasi, sulla base dell'aliquota deliberata dal Comune. Occorre, tuttavia, ricordare che su questi immobili grava la quota statale di Imu, pari allo 0,76% dell'imponibile. I Comuni hanno, tuttavia, il potere di elevare l'aliquota sino all'1,06%. Se il Comune si è avvalso di questa facoltà, non c'è, quindi, più spazio per applicare la Tasi, poiché la somma di Tasi e Imu non può superare l'aliquota massima Imu. L'unica eccezione riguarda i Comuni che, per attribuire agevolazioni all'abitazione principale, si sono avvalsi dello sforamento del tetto per lo 0,8 per mille. La base imponibile Tasi per i fabbricati D è comunque la stessa dell'Imu, quindi si assume il costo contabilizzato, al lordo delle quote di ammortamento, rivalutato con gli indici ministeriali.
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