È valido l’accertamento induttivo basato sui questionari che il fisco ha rivolto ai clienti dell’azienda soggetta ad accertamento e per mezzo dei quali viene ricostruito un diverso volume d’affari. Ad affermarlo è la Cassazione, con la sentenza n. 22122 del 29 ottobre 2010, con la quale viene precisato che le dichiarazioni raccolte tramite i questionari non hanno valore di “prova testimoniale”, in quanto sono state considerate dai giudici come elementi presuntivi, assumendo valore probatorio proprio degli elementi indiziari. In questo caso, pertanto, non è stato violato il divieto di prova testimoniale previsto per il processo tributario.
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