La Corte di giustizia europea ha bocciato il condono Iva varato nel 2002 e prorogato nel 2003. A parere dei giudici comunitari, l’Italia ha violato gli obblighi stabiliti dalla sesta direttiva Iva, consistente in una “rinuncia generale e indiscriminata all’accertamento delle operazioni imponibili effettuate nel corso di una serie di periodi d’imposta”. Sorgono ora dubbi sugli effetti concreti della sentenza: sul piano ufficiale, la sentenza Ue può costituire una raccomandazione a non commettere in futuro il medesimo errore. Dal punto di vista strettamente legale, invece, potrebbe scattare l’obbligo in capo al Fisco italiano di eseguire accertamenti sulle dichiarazioni Iva relative ai periodi condonati.
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