Il Decreto unico su sviluppo e infrastrutture è ufficialmente all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri convocato per domani 15 giugno alle ore 9.
L’obiettivo del Decreto è quello di emanare misure urgenti per il riordino degli incentivi per la crescita e lo sviluppo sostenibile al fine di assicurare, nell'attuale situazione di crisi internazionale ed in un’ottica di rigore finanziario e di effettivo rilancio dello sviluppo economico, un immediato e significativo sostegno e rinnovato impulso al sistema produttivo del Paese, anche al fine di garantire il rispetto degli impegni assunti in sede europea indispensabili, nell'attuale quadro di contenimento della spesa pubblica, per il conseguimento dei connessi obiettivi di stabilità e crescita.
Tra le misure in discussione segnaliamo:
Sostegno alle imprese
Nasce il “Fondo per la crescita sostenibile”, che si pone come obiettivo prioritario il finanziamento di programmi ed interventi per la competitività e il sostegno dell’apparato produttivo sulla base di progetti di rilevante interesse nazionale, capaci di accrescere il patrimonio tecnologico del Paese articolati su tre linee strategiche:
- la promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, anche tramite il consolidamento dei centri e delle strutture di ricerca e sviluppo delle imprese;
- il rafforzamento della struttura produttiva, in particolare del Mezzogiorno, il riutilizzo di impianti produttivi e il rilancio di aree che versano in situazioni di crisi tramite la sottoscrizione di accordi di programma;
- la promozione della presenza internazionale delle imprese e l’attrazione di investimenti dall’estero.
Assunzione ricercatori agevolate
Previsto per tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dalle dimensioni aziendali, dal settore economico in cui operano, nonché dal regime contabile adottato, un contributo sotto forma di
credito d'imposta del 35%, con un limite massimo pari a 200 mila euro ad impresa,
del costo aziendale sostenuto per le assunzioni a tempo indeterminato di nuovi ricercatori, ovvero di:
- personale in possesso di un dottorato di ricerca universitario conseguito presso una università italiana o estera se riconosciuta equipollente in base alla legislazione vigente in materia;
- personale in possesso di laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico, di cui all’Allegato 2 al presente decreto, impiegato in attività di Ricerca e Sviluppo, come specificato al comma 3.
Giustizia civile
I
processi devono terminare entro 6 anni per rispettare il principio della ragionevole durata:
- 3 anni in primo grado
- 2 in secondo
- 1 in Cassazione