L'assegno unico universale per i figli, introdotto in Italia come misura di sostegno economico per le famiglie nel 2022, è al centro di un dibattito acceso riguardo le voci su possibili modifiche che potrebbero essere apportate a partire dal 2025.
Le discussioni sono nate dalla procedura di infrazione dell'Unione Europea e dalla necessità di apportare correttivi, che preoccupa il Governo in quanto risulterebbero necessarie maggiori risorse, al momento indisponibili.
Vediamo meglio la questione e le possibili novità di una riforma che appare comunque obbligatoria.
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L'assegno unico universale per i figli a carico, è stato oggetto di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, culminata con il deferimento dell'Italia alla Corte di Giustizia UE a luglio 2024.
La Commissione ritiene infatti che alcuni requisiti imposti dalla normativa italiana siano discriminatori nei confronti dei lavoratori mobili dell'Unione Europea, in violazione del diritto comunitario.
La questione centrale riguarda due specifici requisiti dell'assegno unico:
La Commissione Europea ha contestato tali requisiti, ritenendoli incompatibili con diversi principi fondamentali dell'Unione Europea, come dettagliato nella comunicazione ufficiale:
Di fronte alla procedura di infrazione e al rischio di una condanna da parte della Corte di Giustizia UE, l'Italia deve ora considerare possibili modifiche alla normativa sull'assegno unico. Le modifiche potrebbero includere:
Tra le ipotesi di soluzione del problema dei fondi necessari sono state evidenziate:
Una possibile revisione dell'Isee: Attualmente, l'Isee include tra i redditi anche gli importi erogati per l'assegno unico, il che ha portato a un paradosso: le famiglie che hanno beneficiato di importi più elevati si trovano ora con un Isee più alto, risultando escluse da altri benefici sociali come i bonus per gas e luce. Si sta discutendo la possibilità di sterilizzare gli importi dell'assegno unico dal calcolo dell'Isee per evitare questo effetto distorsivo.
Utilizzo di Risparmi da Altre Misure: La riforma potrebbe essere finanziata attraverso i risparmi provenienti da altre misure di sostegno al reddito e alla formazione, che hanno avuto una minore domanda a causa dell'aumento dell'occupazione. Circa un miliardo di euro potrebbe essere destinato a correggere le distorsioni attuali senza incidere negativamente sui beneficiari.
Il dibattito sull'assegno unico è emblematico delle sfide che l'Italia deve affrontare nel conciliare le politiche sociali con le normative europee. Mentre il governo si dice impegnato a mantenere il sostegno alle famiglie italiane, garantendo al contempo la sostenibilità della misura, sarà cruciale trovare un equilibrio che risponda alle richieste europee senza generare effetti negativi sull'economia nazionale e sul bilancio pubblico.
Le richieste dell'Unione Europea mirano a garantire che tutti i cittadini dell'UE, indipendentemente dalla loro nazionalità o residenza, godano degli stessi diritti sociali e fiscali, in linea con i principi fondamentali della libera circolazione e della parità di trattamento. L'Italia, nel rispondere a queste richieste, dovrà apportare i necessari correttivi alla disciplina dell'assegno unico per evitare una condanna da parte della Corte di Giustizia UE