Il decreto legislativo 29/2024 che dà avvio all'attuazione della legge delega per la riforma dell'assistenza agli anziani, è significativamente intitolato "Politiche attive in favore delle persone anziane". Rappresenta infatti un primo passo verso l'obiettivo di una società più inclusiva e attenta alle esigenze delle persone anziane, da realizzare con misure che vanno aldilà della mera assistenza.
L'integrazione tra le generazioni, l'attivazione fisica e mentale, il sostegno emotivo attraverso la relazione con gli animali da affezione, l'autonomia abitativa prolungata anche in età avanzata sono solo alcune delle direzioni indicate dal decreto legislativo.
La realizzazione di questi obiettivi nel giro del prossimo triennio, tuttavia, richiede l'impegno congiunto di ministeri ed enti locali e un adeguato sostegno finanziario (ad oggi non ben definito).
Nello specifico l' intervento normativo si propone di
Nel proseguo esaminiamo le specifiche misure riguardanti in particolare il primo punto.
Per una panoramica completa vedi Politiche attive in favore degli anziani: decreto in Gazzetta
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Il decreto legislativo 29 propone i seguenti ambiti di azione, per la realizzazione dei quali si prevede l'emanazione di alcuni decreti da parte dei ministeri competenti.
Art. 11 - Valorizzazione del Dialogo Intergenerazionale
Il cuore pulsante di questa nuova direzione è l'articolo 11, che incoraggia le istituzioni scolastiche e universitarie a diventare luoghi di incontro tra le generazioni. L'obiettivo è duplice: da un lato, promuovere la conoscenza e il rispetto reciproco tra giovani e anziani; dall'altro, integrare esperienze significative di volontariato, legate alla cura e al sostegno degli anziani, nei percorsi di studio. Inoltre, queste attività potranno tradursi in crediti formativi, sottolineando il valore educativo dell'impegno sociale.
Art. 12 - Promozione dell'Attività Fisica
L'articolo 12 si concentra sull'importanza dell'attività fisica per gli anziani, con l'obiettivo di mantenere l'indipendenza funzionale e garantire una buona qualità di vita. Verranno promossi progetti che includono, ad esempio, gruppi di cammino e programmi di attività sportiva organizzata. Queste iniziative saranno supportate da fondi dedicati e avranno l'obiettivo di diffondere una cultura del movimento nella terza età, oltre a promuovere l'integrazione sociale e intergenerazionale.
Art. 13 - Relazione con Animali da Affezione
Riconoscendo i benefici psicologici e sociali della relazione con gli animali da affezione, l'articolo 13 incoraggia l'accesso di questi animali nelle strutture residenziali per anziani. Saranno promossi piani di educazione assistita e formazione per gli operatori, oltre a progetti che prevedono agevolazioni per le spese medico-veterinarie, incentivando l'adozione di cani e gatti da parte degli anziani con basso ISEE.
Art. 14 - Progetti di Servizio Civile Universale
Infine, l'articolo 14 mira a sostenere la solidarietà e la coesione tra le generazioni attraverso il servizio civile universale. I progetti presentati dagli enti iscritti all'Albo del servizio civile potranno avere come focus l'animazione culturale con gli anziani, il supporto a persone in condizioni di disagio, e lo sviluppo del senso di comunità. Queste iniziative non solo arricchiranno la vita sociale degli anziani ma anche quella dei giovani volontari.
Il decreto legislativo n. 29 introduce anche, all'articolo 15 le linee guida per incentivare nuove forme di coabitazione per le persone anziane, come il senior cohousing e il cohousing intergenerazionale, in particolare con giovani in condizioni svantaggiate, promuovendo cosi il prolungamento del indipendenza e il dialogo tra generazioni.
Al fine di sviluppare queste iniziative, il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziane, CIPA, , della presidenza del Consiglio, in collaborazione la conferenza Stato Regioni è incaricato di elaborare linee guida entro 180 giorni dall'entrata in vigore del decreto, che dovranno definire le caratteristiche essenziali di questi modelli abitativi, che possono variare da case a condomini solidali, e prevedono la partecipazione di volontari e fornitori esterni di servizi.
Si prevede anche il ricorso alla rigenerazione urbana e il riuso di edifici esistenti, rispettando criteri specifici su sostenibilità, efficienza energetica, autonomia dei beneficiari, e integrazione con i servizi locali.
Le regioni e i comuni sono incoraggiati quindi a selezionare progetti che rispettino queste prescrizioni, dando priorità a interventi che migliorano l'accessibilità e promuovono la socialità tra le diverse generazioni.
Il Ministero delle infrastrutture è chiamato invece a promuovere progetti pilota sperimentali a livello nazionale, privilegiando il partenariato pubblico-privato e dando priorità all'utilizzo di immobili a destinazione pubblica, in linea con il programma nazionale di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico.
Infine, il decreto prevede un monitoraggio annuale degli interventi realizzati, con l'obiettivo di valutare il raggiungimento degli obiettivi di riqualificazione territoriale e integrazione sociale. In base ai risultati del monitoraggio, saranno determinate le modalità per implementare definitivamente i progetti . Le amministrazioni coinvolte utilizzeranno le risorse esistenti per assolvere ai compiti previsti.