Attualità Pubblicato il 17/12/2024

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Naspi: stretta sui requisiti in legge di bilancio

di Redazione Fisco e Tasse

Tra le nuove proposte del Governo per la legge di bilancio una norma rende piu difficile ottenere la Naspi dopo dimissioni e riassunzione Ecco i dettagli dell'emendamento



Il Governo ha presentato in extremis  nei giorni scorsi alcune modifiche al disegno di legge di bilancio per il 2025. Ricordiamo che attualmente il testo è all'esame della Commissione Bilancio della Camera e una volta trovato l'accordo , il testo deve essere discusso in entrambe le camere, e ottenere l'approvazione definitiva entro fine anno. 

Una delle novità più discusse riguarda la NASpI, l'indennità di disoccupazione, che sarà soggetta a un ulteriore requisito per gli eventi di disoccupazione verificatisi a partire dal 1° gennaio 2025. Ciò  renderà piu difficile l'accesso e l'intento è quello di arginare situazioni di abuso.

Vediamo  meglio di cosa si tratta e chi potrebbe perdere la possibilità di ottenere l'indennità mensile.

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Niente Naspi dopo dimissioni e licenziamento nei 12 mesi

In base alla nuova normativa, in pratica  il lavoratore  che :

  1. si dimette da una azienda oppure risolve consensualmente il rapporto di lavoro  e 
  2. nei 12  mesi successivi viene assunto e licenziato da una seconda azienda,  prima di aver maturato almeno 13 settimane di contributi 

NON  avrà diritto alla NASpI. 

Come detto l’obiettivo  dei firmatari  è contrastare comportamenti elusivi che spesso vedono lavoratori e datori di lavoro collaborare per simulare situazioni di disoccupazione involontaria al fine di accedere al sussidio. Lo testimonierebbero i dati Inps  sulle comunicazioni obbligatorie  che indicano un aumento di cessazioni volontarie  ( che  come noto non danno diritto alla disoccupazione) seguite da rioccupazioni temporanee con licenziamento, finalizzate esclusivamente a generare le condizioni  per il diritto alla NASpI. 

La misura è presentata comunque con  un testo ad oggi poco chiaro che potrebbe  comportare   difficolta  di applicazione e  creare anche un maggiore onere per gli enti ispettivi, chiamati a vigilare sull’applicazione della norma e a distinguere i casi autentici da quelli sospetti. Anche il momento di entrata in vigore vrà rilevanza in questo se le norma entrasse in vigore il 1 gennaio 2025 sarebbero interessate le cessazioni per dimissioni  di tutto il 2024.

Occorre dunque attendere il testo definitivo  per la conferma e le modalità effettive di applicazione di questa novità.



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