Attualità Pubblicato il 11/03/2024

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Welfare 2024: i chiarimenti dall'Agenzia su affitti, mutui e prestiti

di Redazione Fisco e Tasse

L'Agenzia fornisce nella circolare 5 2024 precisazioni sul trattamento fiscale del welfare aziendale, fringe benefits trattamento integrativo, mance e riscatto periodi contributivi



Con la circolare 5 pubblicata il 7 marzo 2024 l'Agenzia delle Entrate fornisce numerosi chiarimenti sul trattamento fiscale in materia di welfare aziendale e altre novità introdotte dall'ultima legge di bilancio, legge 213 2023 e dal decreto Anticipi 145 2023

Vediamo in particolare le precisazioni in tema di affitti e interessi sui mutui prima casa e prestiti ai dipendenti.

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Novità welfare aziendale 2024: affitti e interessi mutuo

In tema di welfare aziendale e più precisamente dei fringe benefits, la cui disciplina è stata nuovamente modificata dalla legge di bilancio 2024 l'Agenzia si occupa in particolare dei:

Va ricordato innanzitutto la  novità delle nuove soglie complessive di  fringe benefit fissate a 

  1.  mille euro per i dipendenti senza figli a carico
  2. 2000 euro  per i dipendenti con figli fiscalmente a carico.

Nell'importo complessivo rientrano  nel 2024 anche buoni carburante somme erogate per il pagamento delle utenze domestiche, spese per l’affitto della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa

Per fruire dell'esenzione fiscale il lavoratore dovrà dichiarare di avere diritto indicando il codice fiscale dei figli. 

Con riguardo al rimborso delle utenze l'Agenzia chiarisce che per «prima casa» si intende l’abitazione principale   posseduta o detenuta, sulla base di un titolo idoneo, dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, nei quali essi dimorino abitualmente, a condizione che ne sostengano effettivamente le relative spese.

Sono esenti anche le spese di mutuo non intestati al lavoratore purché riguardanti l'immobile in cui risiede abitualmente 

Per spese di affitto di intende invece il canone risultante dal contratto di locazione regolarmente registrato e pagato nell’anno.

Chiarimenti Agenzia sui Prestiti ai dipendenti

In merito alla tassazione dei prestiti concessi dal datore ai lavoratori, la circolare ricorda che la normativa ha introdotto una nuova modalità per determinare il valore del beneficio fiscale,  considerando il 50% della differenza tra l'importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di riferimento (TUR) e l'importo degli interessi calcolato al tasso applicato sul prestito. Questo calcolo si applica sia per prestiti a tasso fisso che per prestiti a tasso variabile.

In particolare :

  1. Per i prestiti a tasso variabile, il TUR da considerare è quello vigente alla data di scadenza di ciascuna rata.
  2. Per i prestiti a tasso fisso, il TUR da considerare è quello vigente alla data di concessione del prestito.

 In caso di rinegoziazione o surroga del finanziamento, per i prestiti a tasso fisso, il confronto tra gli interessi dovuti e il TUR si effettua considerando il tasso fisso determinato al momento della rinegoziazione

Viene anche sottolineato che queste  disposizioni  si applicano retroattivamente, a partire dal periodo d'imposta 2023.



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