Il documento, intitolato "Modello 231 e fattori ESG: L’importanza di una virtuosa connessione", redatto dal Gruppo interdisciplinare ESG-231 e dai delegati del CNDCEC, pubblicato il 12 luglio 2024 è stato analizzato il legame tra il modello organizzativo di gestione previsto dal Decreto Legislativo 231/2001 e i fattori ESG (Environment, Social, Governance) nell'ottica di una gestione aziendale sostenibile e conforme alle normative di responsabilità sociale e ambientale. Il documento fornisce linee guida su come implementare un modello 231 che risponda alle esigenze di conformità alle normative ESG.
L’applicazione pratica di queste indicazioni permette alle aziende di strutturare un sistema di controlli interno che riduce i rischi di violazioni normative, inclusi quelli in ambito ambientale, sociale e di governance, con benefici sia in termini di sicurezza operativa sia di prevenzione delle sanzioni.
Vediamo una sintesi dei punti principali:
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Il concetto di sostenibilità si è evoluto negli anni, integrando i temi ambientali, sociali e di governance come elementi centrali nella gestione aziendale moderna e nel valore d'impresa, inteso non più solo come profitto, ma come impatto positivo sull'ambiente e sulla società. La sostenibilità richiede un approccio di lungo periodo, orientato a prevenire rischi e a creare valore per tutti gli stakeholder, inclusi i dipendenti, le comunità locali e il pianeta.
La nuova Direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) obbliga molte imprese a fornire una reportistica dettagliata sugli impatti ambientali, sociali e di governance e il modello 231 puo supportarne la trasparenza e a tracciabilità .
La mancata adozione del modello 231 può esporre le aziende a sanzioni e danni reputazionali se le dichiarazioni ESG non sono supportate da dati e pratiche verificabili, come previsto dalla normativa antiriciclaggio e contro il greenwashing.
Il rating ESG, ovvero una valutazione della performance aziendale in termini di sostenibilità, diventa sempre più rilevante anche ai fini dell’accesso al credito e dell’attrattiva verso investitori. Tuttavia, la mancanza di standard comuni per la valutazione delle performance ESG rende difficile ottenere un quadro omogeneo.
Il modello 231 può supportare le aziende nell'ottenimento di un rating elevato, poiché attesta l’impegno dell’azienda in materia di legalità e trasparenza, specialmente se integrato con politiche anticorruzione e iniziative di responsabilità sociale.
Come noto, il Decreto 231/2001 ha introdotto la responsabilità amministrativa degli enti per determinati reati commessi nell'interesse o a vantaggio dell'azienda. Il modello 231 è uno strumento gestionale per prevenire questi reati e promuovere la cultura della compliance, ovvero l'adesione a norme e procedure per la corretta gestione aziendale. Questo modello risulta particolarmente rilevante alla luce delle nuoe normative ESG, poiché fornisce una base per integrare misure di prevenzione dei rischi legati alla sostenibilità.
I fattori ESG si collegano strettamente con le aree di rischio del modello 231, afferma il documento di ricerca .
Ad esempio, in ambito ambientale, la sostenibilità richiede conformità a normative sulla gestione dei rifiuti, tutela delle acque e controllo delle emissioni, tutte aree in cui possono sorgere reati rilevanti per il modello 231.
Sul fronte sociale, la conformità alle leggi su salute e sicurezza dei lavoratori è essenziale. Per quanto riguarda la governance, il modello 231 copre rischi legati alla corruzione, al riciclaggio e agli abusi di mercato, rendendo così la struttura di controllo una componente fondamentale per evitare reati e potenziali scandali di greenwashing.
Un elemento che viene particolarmente approfondito nel documento del CNDCEC - Fondazione commercialisti è l’implementazione di tecnologie digitali nella gestione aziendale può facilitare la raccolta e l'analisi dei dati ESG, oltre a potenziare la trasparenza nella rendicontazione.
La digitalizzazione può supportare il modello 231 nella gestione del rischio di compliance penale attraverso una migliore tracciabilità dei dati, utile anche per minimizzare i rischi di greenwashing.
Il documento del CNDCEC offre un contributo pratico significativo per le aziende che desiderano integrare i principi ESG con il modello organizzativo 231, e lo fa sotto vari aspetti operativi:
1. Orientamento alla Conformità e Riduzione del Rischio
2. Supporto per la Gestione del Rating ESG
3. Rendicontazione ESG e Reputazione Aziendale
4. Compliance Integrata e Ottimizzazione dei Processi
5. . Strumenti per la Digitalizzazione della Compliance