Il Governo ha predisposto con
un pacchetto di ammortizzatori sociali per un totale di quasi 470 milioni di euro, con misure destinate a settori specifici in crisi e a grandi aziende impegnate in ristrutturazioni complesse.
Per il settore moda l'integrazione salariale riguarda la crisi in corso, quindi periodi di sospensione entro il 31 dicembre 2024.
Vediamo qualche dettaglio in più.
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L’articolo 2 del decreto 160 2024 introduce una nuova misura per sostenere i lavoratori delle imprese nel settore moda, incluse quelle artigiane, dei settori tessile, abbigliamento, calzaturiero e conciario.
E' prevista nello specifico un’integrazione salariale, erogata dall’INPS, per i dipendenti di aziende con meno di 15 addetti che affrontano periodi di sospensione o riduzione dell'attività entro il 31 dicembre 2024.
I datori di lavoro possono richiedere questo sostegno, trasmettendo come di consueto la domanda telematicamente all’INPS.
Il trattamento salariale, anticipato dai datori di lavoro, sarà poi rimborsato dall’INPS con i conguagli in Uniemens.
In caso di difficoltà finanziarie documentate, sarà possibile richiedere il pagamento diretto dall’INPS.
La misura è limitata a un tetto di spesa di 64,6 milioni di euro per il 2024, oltre il quale l’INPS non potrà accettare ulteriori richieste.
Da sottolineare che il trattamento di integrazione non è soggetto al pagamento della contribuzione addizionale.
Nello specifico i destinatari sono
I datori di lavoro devono dimostrare di aver sospeso o ridotto l'attività lavorativa per poter accedere al trattamento di integrazione salariale.
La domanda all’INPS deve includere l’elenco dei lavoratori coinvolti e i periodi di sospensione o riduzione dell’attività che .
ATTENZIONE: Il datore di lavoro deve dichiarare di non avere accesso a ulteriori trattamenti di integrazione salariale previsti da altre normative in vigore.
La misura intende infatti assicurare che l'ammortizzatore sia disponibile solo per chi non può usufruire di altre misure già esistenti.
Si attendono ora ulteriori istruzioni operative dall' INPS.
Settore della Pesca
L’articolo 30 della legge di Bilancio conferma il sostegno ai lavoratori del settore della pesca durante i periodi di fermo biologico e normativo, con uno stanziamento di 30 milioni di euro. Questo importo finanzierà un’indennità di massimo 30 euro giornalieri per i dipendenti delle imprese di pesca marittima, inclusi i soci delle cooperative di piccola pesca.
Aree di Crisi Industriale Complessa
Per sostenere i lavoratori delle aree di crisi industriale complessa, vengono allocati ulteriori 70 milioni per il 2025, destinati a prorogare la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs) e la mobilità in deroga. Questo intervento, concordato tra governo e regioni, mira a favorire la rioccupazione attraverso politiche attive e potrà estendersi fino a 12 mesi.
Aziende in Cessazione
Un supporto speciale viene riservato alle aziende che hanno cessato o stanno cessando l’attività produttiva, permettendo loro di accedere a una Cigs per la gestione degli esuberi di personale, finanziata con 100 milioni di euro, in un’ottica di rilancio post-pandemico e post-crisi energetica.
Ilva e Formazione per Bonifiche
Il gruppo Ilva riceverà 19 milioni di euro per il 2025, destinati a sostenere i lavoratori e a promuovere la formazione per le bonifiche. La misura riguarda circa 2.100lavoratori di Ilva, Sanac e Taranto Energia, con un costo medio annuo di 9.500 euro per dipendente.
Riorganizzazioni e Crisi Aziendale
Per il triennio 2025-2027, sono stanziati 100 milioni per la Cigs in caso di riorganizzazione o crisi aziendale, offrendo fino a 12 mesi di integrazione salariale per attenuare gli impatti occupazionali locali.
Altri Sostegni: CIGS Call Center e Aziende Strategiche
La manovra prevede infine ulteriori 20 milioni per il 2025 a supporto dei lavoratori dei call center e stabilisce fondi per le aziende di interesse strategico nazionale con più di mille dipendenti. Queste ultime, in riorganizzazione, potranno accedere a un’ulteriore Cigs fino al 31 dicembre 2025, con uno stanziamento di 63,3 milioni di euro, al fine di preservare l’occupazione e il capitale di competenze aziendali.