Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera ieri 21 ottobre , in esame preliminare, a un decreto legislativo contenente disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo del 31 marzo 2023, n. 36, noto come Codice dei Contratti Pubblici. Tale provvedimento ha l’obiettivo di razionalizzare e semplificare la normativa vigente, affrontando criticità emerse durante la sua applicazione e tenendo conto delle esigenze degli stakeholder del settore.
Inoltre, alcune modifiche rispondono a richieste formulate in sede europea e contribuiscono al raggiungimento di alcuni obiettivi del PNRR, legati alla Riforma del quadro legislativo sugli appalti pubblici e concessioni.
Vediamo di seguito dal comunicato stampa governativo, le principali novità che potrebbero essere introdotte con l'approvazione definitiva.
Scarica qui lo schema di decreto
L'articolo continua dopo la pubblicità
Si chiariscono le modalità di applicazione della legge sull’equo compenso (legge 21 aprile 2023, n. 49) ai contratti pubblici, con l'intento di bilanciare gli interessi in gioco dei professionisti da una parte e degli enti locali dall'altra .
In particolare, si stabilisce che per i contratti di ingegneria, architettura e altri servizi tecnici di importo pari o superiore a 140.000 euro, i corrispettivi siano determinati sulla base del "decreto parametri" e utilizzati per definire l'importo di gara.
Inoltre, l’aggiudicazione avverrà in base all’offerta economicamente più vantaggiosa, considerando:
Per i contratti inferiori a 140.000 euro, invece si ammette una riduzione dei corrispettivi fino al 20%.
Un nuovo allegato in tema di tutela dei lavoratori definisce i criteri per individuare il contratto collettivo applicabile al personale impiegato negli appalti e concessioni.
Si prevede inoltre un sistema per verificare l’equipollenza delle tutele nel caso in cui venga utilizzato un contratto diverso. I criteri principali includono la maggiore rappresentatività delle associazioni sindacali e datoriali e il rispetto del codice Ateco per le diverse attività da eseguire.
La modifica è stata richiesta dai sindacati, che chiedevano maggiore chiarezza per evitare interpretazioni divergenti
Inoltre si introducono misure per favorire l’accesso delle Micro PMI al mercato dei contratti pubblici, prevedendo verifiche sul mercato per suddividere i contratti in lotti di valore accessibile e garantire la partecipazione delle MPMI.
È previsto inoltre che una quota del 20% dei contratti di subappalto venga riservata a queste imprese, con possibilità di deroga.
Sono previste modifiche al Codice appalti per favorire e semplificare l'uso del fascicolo virtuale dell’operatore economico, chiarire le regole per le piattaforme di collegamento alla Banca dati nazionale dell’ANAC, e suddividere meglio i compiti tra il RUP e il personale delle stazioni appaltanti.
Viene aumentata la soglia obbligatoria per l'uso del BIM (Building Information Modeling) a 2 milioni di euro dal 10 gennaio 2025 e semplificata la gestione digitale dei documenti.
In tema di qualificazione delle stazioni si prevede che a partire dal 1° gennaio 2025, le stazioni appaltanti monitorino la loro efficienza decisionale, verificando i tempi intercorsi tra la presentazione delle offerte e la stipula del contratto.
Vengono introdotti incentivi per le stazioni appaltanti che si avvalgono di stazioni qualificate e si prevedono corsi di formazione erogati anche da soggetti privati a scopo di lucro.
Viene stabilito che i consorzi stabili possano avvalersi dei requisiti delle consorziate non esecutrici per partecipare alle gare e ottenere l'attestazione di qualificazione.
Si estende inoltre ai consorzi fra cooperative e imprese artigiane l'obbligo di indicare per quali consorziati concorrono. È inoltre vietata la partecipazione a più di un consorzio stabile.
Riguardo ai prezzi vengono introdotti nuovi criteri per definire gli indici sintetici attraverso i quali parametrare l'aumento degli importi contrattuali, garantendo così una maggiore equità nelle revisioni.