Il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, ha presentato alle Commissioni Bilancio della Camera e del Senato il 7 ottobre scorso un'analisi dettagliata sullo stato dell’economia italiana e sulle dinamiche delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti.
Vediamo qualche dettaglio fornito in particolare sulla situazione economica, il mercato del lavoro, la dinamica dei redditi e delle retribuzioni contrattuali.
QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE
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L’economia mondiale continua a presentare segnali di crescita, seppur con una certa incertezza legata alle tensioni geopolitiche globali.
Le previsioni dell’OCSE per il biennio 2024-2025 stimano una crescita del PIL mondiale del 3,2%, con un rallentamento dell’inflazione e miglioramenti nei redditi reali.
In Italia, la crescita economica rimane moderata. Nel secondo trimestre del 2024, il PIL italiano ha registrato un aumento congiunturale dello 0,2%, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato negativo.
La crescita acquisita per il 2024 si attesta su uno 0,4%, evidenziando una fase di stagnazione con alcuni segnali di rallentamento rispetto alle previsioni precedenti.
Dal lato dell’offerta, il valore aggiunto dell’industria ha continuato a contrarsi, mentre i servizi hanno registrato una crescita modesta.
I segnali positivi provengono dal settore delle costruzioni, che ha mostrato una leggera ripresa rispetto ai trimestri precedenti.
Nel secondo trimestre del 2024, il reddito disponibile delle famiglie italiane è cresciuto dell'1,2% rispetto al trimestre precedente, beneficiando della stabilizzazione dei prezzi e di una dinamica salariale in lieve ripresa. Tuttavia, la spesa per consumi finali è aumentata solo dello 0,4%, suggerendo una propensione al risparmio che ha registrato un incremento dello 0,8%, portandosi al 10,2%.
In termini di occupazione, il mercato del lavoro italiano ha mostrato segnali positivi, con un tasso di occupazione del 62,3% e una diminuzione del tasso di disoccupazione al 6,2% (-0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente).
Il numero di occupati è rimasto stabile, superando le 24 milioni di unità, con una crescita significativa tra i lavoratori dipendenti permanenti.
Tuttavia, la disoccupazione giovanile resta elevata, con un tasso del 18,3%.
Per quanto riguarda le retribuzioni, l’audizione del Presidente Chelli ha evidenziato un significativo ritardo nella dinamica salariale rispetto all’inflazione, in particolare tra il 2021 e il 2023, quando le retribuzioni contrattuali orarie sono cresciute del 4,7% contro un aumento del 17,3% dei prezzi.
Questa discrepanza ha comportato una perdita rilevante del potere d’acquisto delle famiglie italiane, pur evidenziando segnali di ripresa nel 2024.
Nei primi otto mesi del 2024, gli stipendi hanno mostrato una crescita del 3,2%, superiore alla crescita media dei prezzi (+1%).
Questo il quadro complessivo:
Anno | Aumento Retribuzioni Contrattuali (%) | Aumento Prezzi al Consumo (IPCA) (%) | Differenza (%) |
---|---|---|---|
2021 | -1.3 | 17.3 | -18.6 |
2022 | -7.6 | 5.9 | -13.5 |
2023 | 2.9 | 5.9 | -3.0 |
Gen-Ago 2024 | 3.2 | 1.0 | 2.2 |
Un elemento positivo riguarda la maggiore attività negoziale per il rinnovo dei contratti collettivi, che ha coinvolto circa 3,6 milioni di dipendenti nei primi mesi del 2024. In particolare, settori come il commercio e la distribuzione hanno visto l’approvazione di nuovi accordi, contribuendo alla ripresa della dinamica salariale
I settori industriali hanno registrato una crescita delle retribuzioni più marcata rispetto ai servizi, con un aumento del 4,6% nei primi otto mesi del 2024.
Nello specifico i settori che hanno registrato i migliori aumenti salariali sono i seguenti:
I settori che hanno registrato i minori aumenti per gli stipendi nel 2024 invece sono:
Le prospettive economiche e salariali restano complesse, con il Governo che sta lavorando a una serie di misure per migliorare il potere d’acquisto delle famiglie e ridurre il cuneo fiscale.
Leggi in merito Manovra 2025 le misure per il lavoro dipendente
Le previsioni per i prossimi trimestri indicano una crescita contenuta per l’Italia, con un PIL che dovrebbe aumentare dello 0,7% nel 2025.
La crescita registrata negli stipendi con i rinnovi dei CCNL nel 2024 è un segnale positivo, ma permane il rischio di una stagnazione a lungo termine, che potrebbe ulteriormente ridurre il potere d’acquisto se l’inflazione dovesse riprendere a salire.
In occasione della cerimonia di consegna delle Stelle al merito del lavoro, la scorsa settimana anche il Presidente della Repubblica Mattarella ha richiamato l'attenzione sui dati Istat e Inps, che fotografano una situazione di crescenti disuguaglianze sociali. Ha sottolineato come, accanto a una fascia di lavoratori ben retribuiti, esista una larga porzione della popolazione impiegata in lavori caratterizzati da salari insufficienti, part-time involontario e precarietà.
Questa situazione, ha affermato il Presidente, rappresenta una minaccia per la coesione sociale e potrebbe avere effetti negativi anche sulla sicurezza e sulla stabilità del Paese. Inoltre, ha puntato l'attenzione sulla condizione degli immigrati, spesso vittime di sfruttamento, e sulla piaga intollerabile delle morti sul lavoro, richiamando l'importanza del valore umano e sociale del lavoro, che rimane «strumento irrinunciabile della libertà».
Mattarella ha infine ribadito la necessità di un lavoro sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale, per preservare e rafforzare le fondamenta della democrazia.