Domanda e Risposta Pubblicata il 22/03/2010

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Exchange traded fund

ETF: "fondi scambiati sul mercato regolamentato"



Rappresentano una tipologia di fondi comuni o SICAV (società di investimento a capitale variabile) a gestione passiva, negoziati in Borsa come un comune titolo azionario, attraverso una banca o un qualsiasi intermediario autorizzato.

Un ETF riassume in sé le caratteristiche proprie di un fondo e di un’azione, consentendo agli investitori di sfruttare i punti di forza di entrambi gli strumenti:

• diversificazione e riduzione del rischio propria dei fondi;

• flessibilità e trasparenza informativa della negoziazione in tempo reale delle azioni che consentono una valorizzazione immediata delle quote e conferiscono all’investitore la possibilità di utilizzarli per investimenti in un’ottica di mediolungo,
di breve o di brevissimo periodo.

Gli ETF si prestano, infatti, a diverse modalità di impiego:

• investimento di medio-lungo termine (gli ETF non hanno una scadenza);

• trading di breve periodo (anche intraday), al fine di cogliere i momenti di rialzo dell’indice benchmark (attraverso un acquisto e la successiva immediata vendita dell’ETF);

• vendita allo scoperto (short selling), con la finalità di assumere una posizione ribassista sull’indice benchmark (se il servizio è offerto dal proprio intermediario).

Uno dei principali vantaggi degli ETF consiste nella presenza di costi contenuti, in termini di commissioni di gestione a carico dell’investitore.

Ciò deriva tipicamente dalla gestione passiva, atta a replicare esattamente l’indice del proprio benchmark, ossia l’indice del mercato di riferimento: ciò implica un intervento minimo dell’asset manager, oltre ad un basso tasso di rotazione degli investimenti (caratteristico di un portafoglio indicizzato).

Le commissioni annue sono applicate proporzionalmente al periodo di detenzione degli ETF e i prezzi di acquisto e di vendita sul mercato sono già al netto di tali commissioni.

La maggior parte degli ETF sono “a distribuzione”, ossia distribuiscono i dividendi.

Fonte: Servizio Studi del Senato


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