Si continua a parlare di Sostenibilità (e con essa di ESG e/o di Responsabilità Sociale d’Impresa) declinandola soprattutto nel suo “aspetto” green (n.d.r. green economy, green deal ecc), quasi fosse l’unico preponderante ed esclusivo tema.
In realtà, come noto, l’approccio green è solo uno dei 17 “Goals” degli SDGs.
Ma di più.
Il novello framework normativo europeo (e segnatamente quello che emerge dalla Corporate Sustainability Reporting Directive e dalla “gemella” Corporate Sustainability Due Diligence Directive) non è focalizzato sul green (che ne costituisce un profilo), bensì su una “nuova cultura del fare impresa” basata su un approccio manageriale e gestionale di tipo olistico e complesso, orientato principalmente alla responsabilità, alla diligenza, alla trasparenza ed al c.d. risk management.
Per questo occorre fare definitivamente chiarezza su un punto: non si può confondere e/o identificare in via univoca l’impresa orientata al green con il concetto di impresa ed economia sostenibile, come si tende a fare.
Un’impresa che rispetti il tema del green non è detto che sia totalmente Sostenibile e/o Responsabile.
Una volta per tutte la Sostenibilità non è solo green!
Ed è importante insistere su questo punto perché una diversa “lettura” della Sostenibilità non solo non è compliance con il framework normativo, ma soprattutto va a discapito delle stesse imprese, sia di quelle che adottano politiche di vera e complessiva Sostenibilità sia di quelle che, per vocazione e obbligo, nascono sostenibili (imprese benefit e imprese sociali).
D’altra parte, la Sostenibilità è variamente declinabile, trattandosi di un “nuovo modo di fare impresa”, in primis attento all’impatto sul mondo e capace di coniugare la Sostenibilità nella sua multidisciplinarietà trasversale, ovvero Sostenibilità economica, fondamentale per la sopravvivenza dell’azienda, ambientale, sociale ecc. ma anche, per es., relazionale.
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Se la sostenibilità ambientale è quella più conosciuta, possiamo palesare la Sostenibilità Relazionale ricordando che la c.d. “ecologia delle relazioni” costituisce un approccio fondamentale per un’impresa sostenibile, la quale deve rigenerare le relazioni negli ambienti di lavoro (c.d. team building) attraverso per es. l’insieme di approcci e metodi in grado di moltiplicare le energie creative a partire dai luoghi in cui si consumano di più (per es. le riunioni), rafforzando così le relazioni tra le persone.
Un imperativo, questo, non più rimandabile, soprattutto a seguito del Covid, poiché molti studi hanno evidenziato nel post pandemia un aumento esponenziale del malessere delle persone/lavoratori, tanto da far annoverare fra le risorse in esaurimento globale quelle psicologiche e relazionali.
Ed allora:
(i) i team non possono più essere visti come “luoghi” da cui estrarre energia creativa, ma “luoghi” dove l’energia creativa deve essere rigenerata, ponendo attenzione al benessere delle persone, dei gruppi di lavoro e delle imprese;
(ii) l’azienda va considerata un’ ecosistema dove tutto è connesso.
In questo contesto, quindi, la Sostenibilità risulta evidentemente trasversale: economica, sociale, ambientale ecc, ma anche relazionale.
Se un aspetto manca, gli altri ne risentono con un effetto domino.
In questi termini, possiamo, ancora, declinare la Sostenibilità Sociale anch’essa, a sua volta, poliedrica e molteplice a seconda degli obiettivi da perseguire: il principale è quello di raggiungere il c.d. principio di equità, per favorire la diversità, rendendola un valore positivo in ogni ambito e situazione (per es. inclusività sul lavoro e nella società, lotta al divario sociale, alle difficoltà di accessi alle cure sanitarie ed ai beni di prima necessità ecc).
Una Sostenibilità Sociale che giova sì all’”ambiente” interno dell’azienda, ma favorisce un incremento della reputation del brand, come pure una maggiore fidelizzazione dei clienti, fornitori e dipendenti, o anche un accrescimento delle possibilità di accedere a investimenti e finanziamento o un incremento delle occasioni di sviluppo, ricerca e innovazione.
Ne discende, sostanzialmente, un importante e complessivo vantaggio concorrenziale.
E così potremmo continuare con le ulteriori declinazioni, “esplorando” profili molteplici e trasversali, rispetto ai quali risplendono le grandi responsabilità dell’impresa, chiamata, altresì, a dare risposte concrete per es. per soddisfare le esigenze dei clienti ed al tempo stesso per gestire le aspettative degli stakeholders ivi ricomprendendo fornitori, istituzioni, comunità in cui si opera ecc., creando al contempo valore tangibile e non solo all’esterno, ma anche per se stessa.
Certo è che quanto fin qui osservato supporta l’assunto iniziale ovvero la Sostenibilità non è solo green.
Si può concludere quindi che: