La responsabilità sociale delle imprese (Corporate Social Responsibility - CSR) rappresenta l'integrazione volontaria di preoccupazioni sociali e ambientali nelle attività aziendali, promuovendo l'equilibrio tra equità sociale, qualità ambientale e prosperità economica (People, Planet, Profit). Le imprese non devono limitarsi al rispetto delle leggi, ma adottare un comportamento etico che tutela i diritti umani, l'ambiente e le comunità. Questo approccio, sostenuto dall'Unione Europea e da organizzazioni come il CESE, può influenzare anche la legislazione, creando un contesto di sviluppo sostenibile diffuso e condiviso.
Di seguito un estratto dal libro Gestione e valorizzazione delle risorse umane
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Di responsabilità sociale si discute molto in questi anni, anche in relazione al fatto che il livello di sensibilità della popolazione sui temi del benessere, della diversity, equity & inclusion, della qualità della vita, della difesa delle categorie deboli e dell’ambiente ha portato a una forte attenzione delle imprese a rendersi partecipi di queste esigenze.
La responsabilità sociale, che a livello internazionale viene definita come corporate social responsibility, è stata definita dall’art. 2 (comma 1, par. ff) del d.lgs. 81/2008 e descritta come “integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle aziende e delle organizzazioni nelle loro attività commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
Non è facile distinguere fra principi etici e principi di responsabilità sociale: gli uni e gli altri sono in buona misura interconnessi, tanto che l’espressione unificante e diffusa è business ethics.
Entrambi i principi fanno riferimento alla responsabilità di prevedere gli effetti dei propri comportamenti sugli altri ed evitare conseguenze indesiderate sui propri interlocutori.
La responsabilità sociale dell’impresa consiste, perciò, nell’avere un ruolo in difesa dei valori e degli interessi del territorio, della popolazione e del proprio personale, difendendo il proprio diritto al giusto profitto.
Le organizzazioni sono in grado di affrontare le problematiche sociali investendo nella professionalità del proprio capitale umano, che coinvolge anche le condizioni di salute e di sicurezza sul lavoro.
L’approccio, che lo sviluppo sostenibile richiede, è quello definito di triple bottom line: partendo dalle decisioni riferite all’interesse aziendale (firm interest), l’impresa dovrebbe puntare al perseguimento di un obiettivo complessivo di benessere sociale costituito da tre sotto-obiettivi (triple-line):
Estratto dal libro Gestione e valorizzazione delle risorse umane
Un’impresa che agisce responsabilmente sul piano sociale imposterà il marketing mix in maniera etica, produrrà i suoi prodotti non danneggiando l’ambiente e la salute delle persone, pagherà le tasse, contribuirà al sostegno delle opere caritatevoli e quant’altro si rende necessario.
Per rispondere correttamente ai principi di valore sociale, compresi quelli di sviluppo del proprio personale, Kotler ha definito questo approccio al mercato, come marketing del benessere: tutto ciò che l’impresa effettua con le sue attività rientrano (o dovrebbero rientrare) in un approccio responsabile verso l’ambiente in senso generale.
La pressione sulle imprese ad agire responsabilmente si sviluppa da tempo anche nell’ambito delle organizzazioni associative di cui fanno parte. In questo modo l’atteggiamento responsabile che l’impresa deve tenere viene deciso collegialmente con le altre imprese che fanno parte dello stesso gruppo: consorzio, distretto, comunità, associazione, ecc. Ciò ha effetti positivi sulle imprese meno preparate in questo campo, specialmente le piccole e medie imprese, che vengono messe in condizione di interpretare in maniera più responsabile l’impatto che hanno le proprie attività sui vari portatori d’interesse presenti sul territorio in cui esse operano.
A questo riguardo, da tempo, il sistema di gestione etico-sociale di un’organizzazione può essere certificato da parte di enti indipendenti.
La condivisione fra più soggetti della definizione di quelle che devono essere le responsabilità sociali delle imprese presenti sullo stesso territorio, in questo modo, uniforma interpretazioni individuali della responsabilità sociale in una definizione collettiva, in grado, lì dove se ne presenta la necessità, di influenzare, in una certa misura, il legislatore.
Estratto dal libro Gestione e valorizzazione delle risorse umane
L’Unione Europea ha più volte ribadito che lo sviluppo sostenibile, in quanto priorità dell’Europa e degli altri paesi, deve essere un valore da diffondere in tutta la società civile. Il Libro verde della Commissione Europea sottolinea come l’interesse per lo sviluppo della difesa ambientale deve portare ad una severità delle imprese che vada oltre il rispetto per le leggi vigenti. Nel 2006 è stato costituito l’Osservatorio dello sviluppo sostenibile nell’ambito del Comitato economico e sociale europeo (CESE), che ha proprio l’obiettivo di:
Estratto dal libro Gestione e valorizzazione delle risorse umane