Il libro La trasformazione da associazione sportiva dilettantistica a società sportiva dilettantistica di Patrizia Sideri – Fiscosport, è una guida operativa che affronta, in modo teorico e pratico, il processo di trasformazione di un'associazione sportiva dilettantistica (ASD) in una società sportiva dilettantistica (SSD).
Il testo si rivolge principalmente a professionisti, come commercialisti, consulenti fiscali, notai, e dirigenti di associazioni sportive, che si trovano a dover valutare o gestire questo tipo di operazione straordinaria.
Di seguito ulteriori dettagli.
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La trasformazione è un’operazione straordinaria che consiste nel cambiamento del tipo societario o del tipo di ente – in questo caso di parla di trasformazione omogenea – oppure nel passaggio da una società ad altro tipo di ente (consorzio, società consortile, società cooperativa, comunione d’azienda, associazione non riconosciuta o riconosciuta e fondazione) o viceversa e in questo secondo caso siamo di fronte alla c.d. trasformazione eterogenea.
Inoltre, deve intendersi:
• trasformanda: il soggetto ante trasformazione;
• trasformata: il soggetto derivante dalla trasformazione.
Per prima cosa va premesso che, in base al principio della continuità dei rapporti giuridici, la trasformazione comporta la prosecuzione di tutti i rapporti sostanziali e processuali facenti capo al soggetto oggetto di trasformazione: pertanto siamo di fronte non già alla creazione di un nuovo soggetto giuridico ma a un mutamento della struttura e dell’organizzazione del medesimo ente; ne consegue che l’attività esercitata non subisce alcuna interruzione, poiché viene evitata la fase di liquidazione e la successiva costituzione dell’ente nella nuova forma.
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Esaminiamo ora quali sono le caratteristiche peculiari dell’istituto in esame, che verranno approfondite nel corso della trattazione del libro:
Estratto dal libro La trasformazione da associazione sportiva dilettantistica a società sportiva dilettantistica
Il nostro codice civile non offre una definizione di “trasformazione”: la sezione I (“Della trasformazione” che apre il Capo X – Della trasformazione, della fusione e della scissione) ne disciplina invero procedura ed effetti. Si veda infatti l’art. 2498 c.c.
Con la trasformazione l’ente trasformato conserva i diritti e gli obblighi e prosegue in tutti i rapporti anche processuali dell’ente che ha effettuato la trasformazione.
L’istituto della trasformazione è stato oggetto di importanti innovazioni a seguito dell’entrata in vigore della riforma del diritto societario: l’art. 6 del d.lgs. 6/2003 ha infatti profondamente riformato il Capo X sopra ricordato (artt. da 2498 a 2506-quater) dedicando in particolare alla sola trasformazione undici articoli rispetto ai precedenti tre, dal 2498 al 2500-novies 1 .
La novella disciplina sia le trasformazioni omogenee progressive (società di persone in società di capitali) e regressive (società di capitali in società di persone) con le quali si attua un mutamento dell’organizzazione sociale, sia le trasformazioni eterogenee da e in società di capitali e le trasformazioni eterogenee di società cooperative in società di persone.
Nella Relazione illustrativa al d.lgs. 6/2003 si legge infatti:
L’art. 7 della legge delega detta alcuni principi fondamentali, quali: “semplificare e precisare il procedimento...; disciplinare possibilità, condizioni e limiti delle trasformazioni... eterogenee...; introdurre disposizioni dirette a semplificare e favorire la trasformazione delle società di persone in società di capitali”. Si è quindi voluto tradurre in pratica i principi dettati dalla delega, il che ha reso necessario ampliare il numero degli articoli, che nel codice del 1942 erano solo tre.
Anticipiamo che il codice civile, in ambito associativo, prendeva inizialmente in considerazione esclusivamente la trasformazione eterogenea progressiva e regressiva delle sole associazioni riconosciute in società di capitali e viceversa; la dottrina – come si vedrà nella trattazione del libro – si è occupata altresì della trasformazione eterogenea delle associazioni non riconosciute, considerandola ammissibile; da ultimo, con la riforma del Terzo settore e l’introduzione dell’art. 42-bis del codice civile, è stata esplicitamente prevista anche la possibilità di operare reciproche trasformazioni tra associazioni non riconosciute e riconosciute e fondazioni.
La trasformazione, in sintesi, consiste in una modifica dell’ente che determina la variazione della natura giuridica adottata mediante la trasformazione si provvede a variare la forma giuridica dell’ente, evitando il duplice passaggio della liquidazione di un soggetto giuridico e della costituzione di un nuovo ente tra i medesimi soggetti e – coerentemente con il carattere “evolutivo” dell’operazione – vige il principio di continuità dei rapporti giuridici preesistenti in capo all’ente risultante dalla trasformazione.
Vedasi in tal senso la Relazione illustrativa al d.lgs. 6/2003: Si ribadisce pertanto, dandovi risalto, la norma sulla continuità dei rapporti giuridici (art. 2498 del c.c., terzo comma, ultima parte), intesa appunto come segno di una prospettiva di modificazione e non novativa-successoria, chiarendo altresì che la continuazione riguarda anche i rapporti processuali.
Data la diversità che intercorre tra le diverse tipologie di trasformazione, la normativa in oggetto, come accennato sopra, non fornisce una definizione di “trasformazione”, sottolineando tuttavia l’elemento comune a tutte le fattispecie disciplinate dal codice, da rintracciarsi nella continuità dei rapporti giuridici.
In base al principio di continuità, l’ente derivante dalla trasformazione risulterà titolare di tutti i rapporti giuridici riferibili all’ente che ha effettuato la trasformazione, sia di natura sostanziale, sia anche di natura processuale; la trasformazione non costituisce difatti motivo di interruzione dei procedimenti giudiziari. Lo stabilisce l’art. 2498 secondo il quale l’ente trasformato conserva i diritti e gli obblighi e prosegue in tutti i rapporti processuali dell’ente che ha effettuato la trasformazione.
In altre parole – lo si ribadisce proprio perché è caratteristica peculiare alla base dell’istituto – in seguito alla trasformazione non si verificano l’estinzione dell’ente e la costituzione di un nuovo ente: non si verifica alcun fenomeno di tipo successorio, bensì di tipo evolutivo; la trasformazione ha effetti esclusivamente relativamente
mantenendo in capo ad esso i diritti e gli obblighi antecedenti all’operazione e conservando la titolarità di tutti i rapporti giuridici.
Estratto dal libro La trasformazione da associazione sportiva dilettantistica a società sportiva dilettantistica
Parte I: Descrizione dettagliata dell'istituto della trasformazione. Si introducono i vari tipi di trasformazioni societarie, con un focus sulle trasformazioni omogenee (tra società dello stesso tipo) ed eterogenee (tra società di tipi diversi). Viene illustrata la normativa rilevante e si analizzano le peculiarità legali e fiscali della trasformazione.
Parte II: Approfondimento sui motivi e le procedure pratiche per la trasformazione da ASD a SSD. Vengono descritti i passaggi necessari, dagli adempimenti formali, come la verifica dello statuto e la redazione di perizie asseverate, agli aspetti fiscali e contabili. Si analizzano anche i vantaggi fiscali e le agevolazioni di cui può beneficiare una SSD, rispetto a una ASD, e i criteri per decidere se e quando procedere con la trasformazione.
Parte III: Sezione operativa con modelli e facsimile di documenti utili, come verbali di assemblea, comunicazione di trasformazione, moduli di recesso e atti di trasformazione.
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PARTE I – L’ISTITUTO DELLA TRASFORMAZIONE
1 Introduzione alla trasformazione
1.1 L’istituto della trasformazione
1.2 Le fonti normative e di prassi
1.3 Tipi e possibilità di trasformazione
1.4 In particolare: la trasformazione “eterogenea”
1.5 La problematica della trasformazione delle associazioni non riconosciute
PARTE II – LA TRASFORMAZIONE DA ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA A SOCIETÀ SPORTIVA DILETTANTISTICA
2 I motivi della trasformazione
2.1 Le caratteristiche principali della s.r.l. in generale
2.2 Le peculiarità della s.s.d
2.3 La s.s.d. semplificata, la s.s.d. a socio unico e la s.s.d. a capitale ridotto
2.4 Elementi differenzianti ed elementi comuni di a.s.d. e s.s.d.
2.5 Conclusioni: quando e perché procedere alla trasformazione
3 Come procedere alla trasformazione
3.1 La legittimità della trasformazione di associazione non riconosciuta in società di capitali
3.2 Quali limiti alla trasformazione?
3.2.1 Divieti statutari
3.2.2 Divieti stabiliti dalla legge
3.2.3 Divieti in presenza di contributi pubblici
3.3 Gli adempimenti
3.3.1 La verifica dello statuto
3.3.1.1 Eventuale divieto di effettuare la trasformazione
3.3.1.2 Quorum applicabili alla delibera di trasformazione
3.3.1.3 La presenza di associati minori d’età
3.3.1.4 Il libro soci
3.3.1.5 Il diritto di recesso dell’associato dissenziente
3.3.2 La perizia asseverata
3.3.3 La perizia asseverata: il metodo preferibile in caso di valutazione di a.s.d
3.3.4 La perizia asseverata: i diversi metodi di valutazione
3.3.4.1 Metodo finanziario
3.3.4.2 Metodo reddituale
3.3.4.3 Metodo patrimoniale
3.3.4.4 Metodo misto patrimoniale-reddituale
3.3.5 Sussistenza del patrimonio degli enti già dotati di personalità giuridica
3.3.6 L’atto di trasformazione, la sua pubblicità ed efficacia
3.3.7 La responsabilità per le obbligazioni assunte anteriormente alla trasformazione
3.3.8 La comunicazione della trasformazione ai terzi
3.4 Conclusioni: l’attenzione alle tempistiche
4 Gli aspetti contabili
4.1 Gli aspetti contabili
4.1.1 La redazione del bilancio di chiusura della a.s.d. e di riapertura della s.s.d
4.1.2 Il patrimonio della s.s.d. e la suddivisione del capitale risultante dalla trasformazione
4.2 Gli aspetti fiscali
4.2.1 Il mantenimento dei benefici fiscali
4.2.2 L’efficacia dell’opzione per il regime forfetario ex l. 398/1991
4.2.3 L’efficacia dell’opzione per il regime forfetario ex art. 145 d.P.R. 917/1986
4.2.4 Imposte dirette e dichiarazione dei redditi
4.2.5 IRAP
4.2.6 IVA
4.2.7 Anagrafe tributaria
4.2.8 Imposta di registro
4.2.9 Imposta di bollo
4.2.10 Imposte ipotecarie e catastali
4.3 La continuità dei rapporti giuridici
4.4 Aspetti laburistici e previdenziali
4.5 I costi della trasformazione
4.6 Eventuali effetti ai fini sportivi
PARTE III - APPENDICE
5 Quadro sinottico delle norme in materia di trasformazione
6 Modelli e facsimile
1. Facsimile SIAE - comunicazione trasformazione - opzione 398/1991
2. Comunicazione recesso associato - con motivazione
3. Comunicazione recesso associato - senza motivazione
4. Verbale Consiglio Direttivo esclusione associato per morosità
5. Verbale assemblea preliminare alla trasformazione
6. Dichiarazione sostitutiva di certificazione mancata opposizione creditori
7. Atto di trasformazione
8. Perizia di trasformazione
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