Come chiarito dal recente documento della Fondazione Nazionale dei Commercialisti pubblicato dallo stesso CNDCEC il 30.09.2024, riguardante la dematerializzazione delle quote delle Pmi costituite in forma di srl introdotta dalla recente legge Capitali (legge 21/2024), la disciplina delle società a responsabilità limitata (s.r.l.) ha subito significativi cambiamenti in seguito ai numerosi interventi legislativi degli ultimi anni, generando dubbi interpretativi, in particolare per le s.r.l. che si configurano come Piccole e Medie Imprese (PMI).
Un tema affrontato dal documento della Fondazione appena citato, riguarda la possibilità di applicare in toto la disciplina della s.r.l. tradizionale anche alle s.r.l. PMI aperte (cioè quelle che offrono le loro partecipazioni al pubblico), salvo specifiche deroghe stabilite nell’art. 26 del D.L. 179/2012.
Tuttavia, in mancanza di indicazioni precise, gli interpreti si chiedono se, in alcuni casi, sia possibile applicare le norme previste per le società per azioni (s.p.a.).
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Una distinzione chiave è quella tra le s.r.l. non PMI e le s.r.l. PMI.
Le prime sono regolate dalle norme di diritto comune, rimane preclusa la possibilità di creare categorie di quote, di offrirle al pubblico, di acquistare partecipazioni proprie nonché di emettere partecipazioni dematerializzate.
Le seconde possono operare
offrendo o meno le proprie partecipazioni al pubblico.
Nell’ambito delle srl PMI relativamente alla differenziazione tra società aperta e società chiusa, il dato letterale dell’art. 26 d.l. 179/2012 non effettua distinzioni ne detta alcuna disciplina riconducibile al carattere aperto o meno delle medesime; pertanto, secondo la dottrina, alle srl PMI chiuse non sarebbe preclusa la possibilità di creare anche categorie di quote standardizzate.
Un altro punto di discussione è il seguente: la s.r.l. PMI aperta rappresenta un sottotipo o una variante del tipo societario s.r.l.?
L’opinione dominante ritiene che si tratti di una variante del modello s.r.l., ma rimangono incertezze sulla disciplina applicabile, data la mancanza di una regolamentazione specifica.
C'è un'ampia discussione sulla concreta e completa applicabilità della disciplina della società a responsabilità limitata alla s.r.l. PMI aperta. Infatti la disciplina delle s.r.l. per alcuni versi risulta rigida ma per altri ha dei limiti per quanto riguarda la tutela dei soci investitori.
La s.r.l. PMI aperta si distingue per la possibilità di offrire partecipazioni al pubblico e dematerializzarle, a differenza delle s.r.l. tradizionali che sono soggette a restrizioni più rigide.
Dal punto di vista normativo, le s.r.l. PMI aperte potrebbero richiedere un ricorso alle norme delle s.p.a., (non essendo sufficienti per il modello societario della s.r.l. aperta le norme previste per le s.r.l. non PMI) soprattutto in ambiti come l’acquisto di quote proprie, la creazione di categorie di quote o la possibilità di emettere quote senza diritto di voto.
La dottrina sostiene che, in assenza di norme specifiche, sia necessario adattare alcune disposizioni delle s.p.a. al contesto delle s.r.l. PMI aperte per garantire un’adeguata tutela degli investitori e risolvere le lacune normative.
La gestione delle s.r.l. PMI, inoltre, è stata oggetto di discussione anche per quanto riguarda l’accesso al sistema di gestione accentrata e dematerializzata proprio del modello azionario, un concetto introdotto dalla legge Capitali. Questa previsione normativa non ha però modificato il modello societario delle s.r.l., che resta principalmente incentrato sul socio, piuttosto che su una struttura aperta al mercato come quella delle s.p.a.
Il documento di ricerca dopo le considerazioni svolte, sostiene che per rendere più adeguata la governance delle s.r.l. PMI e allinearla alle esigenze di raccolta di capitali di rischio, è necessario un adeguamento statutario con innesti di suppletiva disciplina tratta dal tipo della s.p.a.. Tuttavia, nonostante alcune similitudini con il modello delle s.p.a., le s.r.l. PMI mantengono caratteristiche distintive che impediscono loro di diventare un modello sostanzialmente "para-azionario".