In un'epoca in cui la trasparenza finanziaria e la lotta contro il riciclaggio di denaro assumono un'importanza sempre più centrale nelle politiche economiche globali, l'Italia si trova di fronte a nuove sfide e opportunità nel rafforzamento delle proprie misure antiriciclaggio.
Di seguito, i punti salienti dell'ultimo incontro del Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF), tenutosi il 20 marzo presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, dove sono state gettate le basi per l'aggiornamento dell'analisi nazionale del rischio di riciclaggio.
L'iniziativa mira a un'approfondita valutazione delle minacce e delle vulnerabilità che caratterizzano il sistema finanziario italiano, ponendo particolare attenzione sui settori maggiormente esposti.
In questo contesto, si evidenzia l'importanza dell'istituzione di Organismi di Autoregolamentazione per alcune categorie professionali ancora prive di tali strumenti, sottolineando il ruolo cruciale che questi possono svolgere nella riduzione dei rischi di riciclaggio. Attraverso un'analisi dettagliata dei lavori del CSF e delle implicazioni per il futuro del sistema di prevenzione nazionale, proviamo a comprendere le dinamiche attuali e le prospettive future in materia di sicurezza finanziaria e antiriciclaggio in Italia.
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Il Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF) ha riunito, il 20 marzo scorso, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Enti e Associazioni di categoria rappresentative di alcuni soggetti obbligati alla disciplina antiriciclaggio per eseguire i lavori istituzionali che porteranno all’aggiornamento dell’analisi nazionale del rischio di riciclaggio già condotta dal medesimo Comitato nel 2018.
Tra le competenze del CSF, infatti, rientra l’elaborazione dell’Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo (National Risk Assessment – Nra), svolta sulla base di quanto previsto dall’ art. 14 del d.lgs. 231/2007, con l’obiettivo di identificare, analizzare e valutare
al fine di adottare un approccio basato sul rischio dell’attività di contrasto ed elaborare adeguate linee di intervento.
In particolare, l’incontro che si è tenuto il 20 marzo con i Rappresentanti del settore privato, tra cui Case da gioco, Case d’aste, Operatori in Oro e altri, ha gettato le basi per l’effettiva definizione del livello di rischio di riciclaggio relativo al sistema nazionale e per la propedeutica determinazione del grado di efficacia dei presidi applicati; tanto, affinché si possa comprendere la misura in cui il sistema di prevenzione interno sia capace di gestire il rischio inerente di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
Nell’ambito delle attività in questione, è opportuno osservare come i Rappresentanti intervenuti per fornire il proprio contributo sull’analisi del rischio nei settori di appartenenza, abbiano sollevato, a livello condiviso, una particolare criticità relativa al sistema dei presidi vigenti. Il riferimento specifico è all’assenza di un Organismo di Autoregolamentazione in materia antiriciclaggio per alcuni soggetti obbligati alla disciplina specifica tra cui gli Operatori in valuta virtuale, Cambiavalute, Operatori In Oro, e altri.
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L’istituzione dell’Organismo di Autoregolamentazione, per le figure professionali che ancora non ne possiedono uno, è di fondamentale importanza nell’ottica di ridurre l’impatto dei rischi di riciclaggio sul sistema di prevenzione nazionale. Tanto, ha affermato l’Associazione A.N.T.I.C.O. (Associazione Nazionale Tutela Il Comparto Oro), intervenuta presso il CSF in rappresentanza del “settore oro” insieme ad altre Associazioni di categoria.
Gli Operatori in Oro, infatti, continuano a non avere un Organo di riferimento, dedito alla produzione della “regolamentazione secondaria” e allo svolgimento dei controlli, che assuma anche una funzione di raccordo tra Operatori in Oro e Istituzioni poste a presidio, con annessa elaborazione di linee guida comportamentali conformi alle norme e promozione di programmi formativi.
A seguito delle consultazioni con il settore privato, quindi, il Comitato di Sicurezza Finanziaria si dedicherà all’aggiornamento della precedente analisi condotta nel 2018, così da rispettare la scadenza fissata a ottobre 2024 per la consegna al GAFI della relazione finale; ossia un rapporto completo che conterrà tutti gli elementi informativi necessari a definire il quadro generale relativo all’adozione e all’efficacia delle misure di prevenzione e repressione dei fenomeni di riciclaggio del Paese Italia.
Il percorso intrapreso a livello nazionale, dunque, darà impulso a successive valutazioni rimesse alle Autorità europee competenti a partire dal FATF/GAFI le cui attività risulteranno di fondamentale importanza anche al fine di orientare i prossimi passi legislativi nell’ottica di una più efficiente regolamentazione antiriciclaggio in tutta l’UE.
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