L’agricoltura rientra tra i settori ad alto rischio per gli impatti sull’ambiente, sul clima e sulle persone, derivanti da una sua gestione non sostenibile [1] . Le Linee guida della FAO (2019)[2] definiscono sostenibili le attività agricole che sono in grado di supportare, incrementare, regolare i servizi ecosistemici forniti dal suolo, senza comprometterne significativamente la funzionalità e biodiversità, lasciando intatto il capitale naturale per le future generazioni [3] . L’agenda 2030[4] e le norme internazionali hanno definito gli obiettivi improrogabili[5] che impegnano Governi, imprese, e tutte le parti interessate (stakeholder) riconoscendo esplicitamente alla rendicontazione di sostenibilità [6] il ruolo critico di strumento per il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi e la valutazione e misurazione degli impatti economico – sociale - ambientale dell’impresa allo sviluppo sostenibile.
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A differenza di quanto è avvenuto fino ad oggi nel panorama degli standards di rendicontazione internazionali adottati per l’informativa non finanziaria[7], la nuova Direttiva (UE) 2022/2464, Corporate Sustainability Reporting Directive, CSRD:
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Il Parlamento Europeo con il Regolamento delegato (UE) 2023/2772, 22.12.23, ha adottato il primo set di 12 di standard europei che fissa le regole di rendicontazione con riferimento alle operazioni proprie dell’impresa e connesse alle relazioni commerciali lungo la catena del valore, a monte e valle.
L’ impresa agricola dovrà:
TEMA | SOTTOTEMA SE RILEVANTE | SOTTO-STOTTOTEMA SE RILEVANTE |
Biodiversità ed ecosistemi |
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| Esempi
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Esempio: un piano di transizione può fare riferimento agli obiettivi della strategia dell’UE sulla biodiversità 2030 a) invertire la tendenza alla diminuzione degli impollinatori; b) ridurre del 50 % i rischi e l'uso dei pesticidi chimici e fare altrettanto riguardo all'uso dei pesticidi più pericolosi; c) adibire almeno il 25 % dei terreni agricoli all'agricoltura biologica e aumentare in modo significativo la diffusione delle pratiche agro ecologiche; d) piantare tre miliardi di nuovi alberi nell'Unione, nel pieno rispetto dei principi ecologici; e) realizzare progressi significativi nella bonifica dei suoli contaminati; f) riportare almeno 25 000 km di fiumi a scorrimento libero; g) ridurre le perdite dei nutrienti contenuti nei fertilizzanti di almeno il 50 % ottenendo una riduzione di almeno il 20 % nell'uso dei fertilizzanti; h) ridurre sostanzialmente gli effetti negativi della pesca e delle attività estrattive sulle specie e sugli habitat sensibili, compresi i fondali marini, al fine di riportarli a un buono stato ecologico. |
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La centralità dell’agricoltura sui temi della sostenibilità impone l’attenzione sulle leve che attraverso di essa si possono e si dovranno valorizzare per contenere gli impatti negativi e amplificare gli impatti positivi che richiedono il profondo e consapevole coinvolgimento di competenze specifiche, e di diverse figure professionali, ad esempio: agricoltori, agronomi, agroforestali, chiamati a svolgere un ruolo cruciale.
La micro-dimensione, anche amministrativa, della gran parte delle aziende agricole in Europa e nel mondo richiede, inoltre, di definire metodi e strumenti idonei a consentire la partecipazione effettiva e diffusa delle imprese agricole alla definizione ed esecuzione delle azioni di mitigazione degli impatti collegati alle loro attività.
Anche in considerazione dei principi etici e sociali richiamati da norme europee ed internazionali sarà necessario riconoscere agli operatori agricoli l’importante contributo da essi apportato, provvedendo, ove necessario, ad indurre ad una più equa e corretta distribuzione del valore all’interno delle filiere agro-industriali, mitigando il potere negoziale dell’industria trasformativa e distributiva.
La corretta distribuzione del valore all’interno della filiera agro-industriale, congiuntamente all’ evoluzione culturale ed alla necessità di accrescere la consapevolezza e la partecipazione attiva degli operatori agricoli sulle azioni di miglioramento degli impatti sono temi centrali. Si tratta di obiettivi che impongono tra le priorità anche il coerente disegno della Politica Agricola Comune, P.A.C., la corretta protezione dei prodotti agricoli (UE) dalla concorrenza extra (UE) con livelli di costi e di conformità normativa diversi.
La rendicontazione di sostenibilità prevedibilmente sarà guidata dalle grandi imprese (es. Industrie alimentari, dell’arredo, delle costruzioni, farmaceutica, ecc.) in cui legittimamente potrebbero essere assenti le specifiche e profonde competenze degli operatori agricoli coinvolti nelle relative filiere. Di conseguenza, è centrale l’attività di stakeholder engagement e il corretto coinvolgimento partecipato degli operatori agricoli per assicurare la corretta definizione delle azioni e politiche di mitigazione degli impatti all’interno della filiera.
Questo approccio assicurerà da un lato l’auspicabile responsabilizzazione degli operatori agricoli e dall’altro la possibilità di valorizzarne le specifiche competenze a supporto del miglioramento degli impatti all’interno della filiera e della qualità dei prodotti.
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Tra le altre tappe del quadro normativo della rendicontazione di sostenibilità in ambito agricolo, la Direttiva (UE) CSRD ha previsto l’adozione di uno standard specifico. L’ Agenda 2030 e gli altri impegni internazionali (Green Deal, FAO, Regolamento di Tassonomia) impongo il raggiungimento di obiettivi improrogabili entro il 2050.
Il termine di pubblicazione degli standard settoriali che inizialmente era previsto insieme a quelli per le PMI quotate per il 30 giungo 2024, è posticipato al 2026.
Lo slittamento, seppure da una parte concede più tempo agli operatori agricoli per prepararsi, dall’altra rischia di non raggiungere gli obiettivi imposti, vanificare gli sforzi verso l’allineamento dell’informativa di sostenibilità lungo la catena del valore, a monte e a valle, e ritardare l’avvio delle azioni utili a migliorare gli impatti relativi alle attività economiche.
[1] Cfr. CREA, Il suolo in cifre.
[2] Cfr. FAO, Linee Guida Volontarie per la Gestione Sostenibile del Suolo, Roma 2019.
[3] Si vedano Atti del Seminario “Sostenibilità: impatti, rischi ed opportunità in ambito agricolo”, Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti” 18 gennaio 2023, Università Degli Studi di Bari Aldo Moro.
[4] Vedi Agenda 2030: Obiettivo 2: fame Zero; Obiettivo 1: no povertà; ’Obiettivo 8: lavoro dignitoso e crescita economica; Obiettivo 12: consumo e produzione responsabili; Obiettivo 14: la vita Sotto l'acqua; Obiettivo 13: clima Azione.
[5] Accordo di Parigi: obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050.
[6] Si veda target 12.6 Agenda ONU 2030
[7] M. Peta, La rendicontazione di sostenibilità e modello di business ESG delle PMI, E-book Fisco E Tasse, Maggioli, gennaio 2023.