Speciale Pubblicato il 30/01/2023

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L'Europa e l'euro digitale: dovremo dire addio alla privacy?

di Napoli dott. Pierluigi

Cosa sono le CBDC - Central Bank Digital Currency e come funzionano? Simili alla criptovalute ma emesse direttamente dalle Banche Centrali di un Paese



La Central Bank Digital Currency è la valuta digitale emessa da una Banca centrale. Creata con la stessa tecnologia di una criptovaluta, ma con un proposito molto diverso.

 L’impatto della blockchain ha dato il via a qualcosa che può essere assimilato ad un concetto di rivoluzione digitale che ha cambiato anche le forme del denaro. Ciò ha generato interesse anche da parte dei governi e in primo luogo delle Banche Centrali che cercano di capire come la tecnologia blockchain possa supportarle nella creazione di una nuova forma di denaro.

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Ma cosa sono effettivamente queste CBDC?

In sostanza, non sono che token digitali del tutto simili a una criptovaluta, ma sono emessi direttamente dalla banca centrale di un paese, e conseguentemente legati alla valuta nazionale. A tutti gli effetti, sono la forma digitale della valuta fiat (o moneta legale) di un paese, e quindi un asset emesso e regolamentato dall’autorità monetaria della nazione.

Un obiettivo delle CBDC è fornire alle aziende e ai consumatori un’opzione di trasferibilità, convenienza, accessibilità e sicurezza finanziaria, riducendo i costi delle transazioni transfrontaliere e fornire un metodo a basso costo a coloro che attualmente utilizzano metodi di trasferimento di denaro alternativi.

Una CBDC fornisce anche alla banca centrale di un paese i mezzi per attuare politiche monetarie per fornire stabilità, controllare la crescita e influenzare l’inflazione. Questo, soprattutto in rapporto alle criptovalute tradizionali che espongono le banche centrali al rischio di perdere la supremazia valutaria, oltre che, conseguentemente, l’efficacia delle politiche monetarie stesse. Ed è noto come questo sia un dato di fatto, visto che i rischi per la stabilità finanziaria sono sempre più evidenti, e perché i volumi di denaro che affluiscono in criptovalute viaggiano per ora fuori da ogni (o quasi) regolamentazione delle autorità monetarie.

Una valuta digitale di una banca, quindi, ridurrebbe anche i rischi dell’utilizzo delle valute digitali nella loro forma attuale, o in generale quello della volatilità, che potrebbe causare gravi tensioni finanziarie in molte famiglie e influire sulla stabilità generale di un’economia.

In più, una CBDC eliminerebbe i rischi delle terze parti come fallimenti o “corse agli sportelli”, con il rischio residuo che rimarrebbe nel sistema della banca centrale. I costi delle transazioni transfrontaliere possono essere abbattuti, e potrebbe aumentare la cooperazione giurisdizionale tra i governi. E ancora, potrebbe eliminare il costo dell’implementazione di una struttura finanziaria all’interno di un paese, portando la popolazione all’accesso finanziario senza l’intermediazione di una banca tradizionale, e quindi stabilendo una connessione diretta tra i consumatori e le banche centrali.

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Tuttavia, non è noto come un cambiamento del genere influenzerebbe le spese familiari, gli investimenti, le riserve bancarie, i tassi di interesse, il settore dei servizi finanziari o l’economia. E gli effetti che un passaggio alla CBDC avrebbe sulla stabilità di un sistema finanziario sono sconosciuti.

Nelle ultime settimane, la Banca centrale europea (BCE) ha pubblicato un report sullo stato di avanzamento del progetto sulla sua CBDC, e in cui, allo stesso tempo, ha delineato il ruolo degli intermediari finanziari in questo ambito. Secondo il report, infatti, gli istituti di credito e i fornitori di servizi di pagamento gestiranno i servizi associati all’euro digitale emesso dalla Banca centrale europea.

Le responsabilità degli intermediari includeranno l’offerta di servizi rivolti agli utenti, come l’apertura di conti o wallet digitali, strumenti di pagamento, KYC (Know Your Costumer) e controlli antiriciclaggio.

Dovrebbero offrire poi anche dispositivi o interfacce per effettuare pagamenti con un euro digitale nei negozi fisici, online o da persona a persona, si afferma nel rapporto.

La BCE, da parte sua, supervisionerà gli intermediari e gestirà l’emissione e il rimborso della CBDC.

Secondo Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, la Commissione avrebbe in programma una proposta di legge relativa all’Euro digitale. Un portavoce della Commissione avrebbe ipotizzato come tempistica il Q2 del 2023.

Nell’autunno di quest‘anno potremmo probabilmente assistere a una decisione finale riguardo all’implementazione dell’Euro digitale.

Però sebbene l’idea per le valute digitali della banca centrale derivi dalle criptovalute e dalla tecnologia blockchain, in verità le CBDC non sono criptovalute. Le CBDC sono controllate da una banca centrale, mentre le criptovalute sono quasi sempre decentralizzate. E‘ giusto regolamentare, soprattutto per tutelare i clienti di servizi centralizzati ed exchange, attenzione però a esagerare in quanto si minerebbero le condizioni per lo sviluppo di un settore - quello delle criptovalute e della tecnologia blockchain - che potrebbe portare capitali interessanti nel nostro continente.

In conclusione è da portare all’attenzione come il dibattito che si è diffuso in queste ultime settimane tra utilizzo del contante e utilizzo del POS (con le relative limitazioni che il nuovo esecutivo era pronto a far approvare) non avrà più alcun senso nel momento in cui verrà implementato l’euro digitale tra circa 24 mesi. Questo dovrebbe portare ad una riflessione sulla lungimiranza digitale e tecnologica.

Allo stesso modo si dovrebbe anche portare alla luce dell’opinione pubblica la potenziale riduzione (per non dire annulamento) di privacy con l’avvento delle CBDC e dell’euro digitale dove ogni singola transazione sarà disponibile agli occhi dei regolatori. Su questo aspetto il 16 gennaio scorso l’Eurogruppo dei Ministri delle Finanze ha elencato una serie di timori insieme al potenziale impatto ambientale della valuta, e ai rischi sulla stabilità finanziaria. Un esempio pratico può essere rappresentato dalla Nigeria che ha limitato il prelievo dagli ATM a 225$ a settimana per forzare sull’uso della eNaira, la sua CBDC.



TAG: Banche e Imprese Criptovalute