Speciale Pubblicato il 14/12/2022

Tempo di lettura: 5 minuti

Gioco a distanza legale: dalla licenza ADM alla tassazione

di Redazione

Il boom del gioco a distanza richiede attenzione sui requisiti di legalità degli operatori presenti nel web, ma anche conoscenza delle norme che regolano i meccanismi di tassazione



Il gioco d’azzardo a distanza ha raggiunto elevati livelli di spesa negli ultimi anni, con un 2022 che ha segnato un incremento del 21,6 per cento rispetto all’anno precedente. Nei primi dieci mesi dell’anno corrente la spesa per i giochi da casinò è stata di 1.631 milioni di euro, con un evidente ritorno per l’Erario e per gli operatori del mercato. I numeri considerati provengono da Agimeg, Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco, che elabora i dati forniti da ADM, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato. 

Si tratta dunque di cifre provenienti dalla sola attività legale, che non tengono conto del fenomeno degli accessi alle piattaforme illegali. 

Il gioco illecito, oltre a rappresentare un rischio per la sicurezza dell’utente, in connessione alla tutela dati personali e a quella delle transazioni monetarie, danneggia anche le casse statali, in quanto queste attività convogliano verso l’Erario cifre che in media raggiungono anche i 10 miliardi di euro in un anno. Lo Stato favorisce la pratica del gioco legale e responsabile, ma è anche compito dell’utente saper riconoscere un operatore ADM e scegliere solo casinò online affidabili. 

Allo stesso tempo, è altrettanto importante conoscere i parametri di tassazione del gioco legale a distanza, per essere in regola anche con il Fisco. 

Ecco, dunque, alcuni chiarimenti rispetto a questi due fondamentali aspetti.

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Licenza ADM: cos’è e come riconoscerla

La licenza ADM è un’autorizzazione ad operare legalmente, che viene rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli alle piattaforme di gioco a distanza che ne facciano richiesta. 

L’Agenzia delle Accise delle Dogane e dei Monopoli o ADM (ex AAMS) è l’autorità di regolamentazione del gioco pubblico, che esercita il presidio dello Stato nel settore e garantisce la riscossione dei tributi, tutelando al contempo l’utente da eventuali attività illecite.

La licenza ad operare viene rilasciata alle piattaforme che fanno capo ad aziende con sede legale nel territorio italiano. 

Oltre a verificare l’integrità della società facente domanda, ADM si avvale della collaborazione di Organismi di Verifica riconosciuti, i cosiddetti OdV, che, a seguito di controlli, certificano la qualità della piattaforma di gioco, valutandone le componenti software, il funzionamento della connessione, i requisiti di giocabilità, dalla trasparenza ai meccanismi di puntata. 

Gli OdV abilitati monitorano nel tempo le verifiche, in quanto le licenze, se decadono i requisiti minimi, possono anche essere revocate.

Ma come si riconosce un operatore in possesso di licenza ADM?

Innanzi tutto, una piattaforma ADM deve esporre in modo visibile, almeno in fondo alla home page, il numero di concessione a cinque cifre associato alla licenza. Solitamente a tale numero è affiancato il logo dell’Agenzia, consistente in un timone a metà, coi colori della bandiera italiana. Gli operatori legali sono anche tenuti a esporre indicazioni sul gioco responsabile.

Un altro criterio di riconoscibilità delle piattaforme autorizzate è legato al relativo indirizzo IP, il cui dominio deve finire con “.it”. La presenza, alla barra degli indirizzi, della stringa "https" affiancata da un lucchetto, sta invece a significare che il sito è protetto da connessione crittografata SSL (Secure Socket Layer), e che dunque tutela lo scambio di informazioni e dati tra utente e piattaforma.

Un operatore legale, infine, deve esporre visibilmente i propri dati fiscali e il proprio indirizzo/recapito fisico.                   

Se sussistono ancora dei dubbi, la controverifica può essere condotta sul sito ufficiale dell’Agenzia, che pubblica la lista aggiornata dei licenziatari nell’apposita sezione. 

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Gli operatori stranieri sono legali in Italia?

Come si è detto, in Italia il gioco a distanza è legale solo se offerto da aziende con sede nel territorio nazionale. 

Dal 2006, con il decreto Bersani, si è compiuto un passo in avanti verso la liberalizzazione del settore: se da un lato sono stati oscurati i siti illegali o facenti capo ad aziende non aventi sede entro i confini nazionali, dall’altro lato è stata data agli operatori stranieri richiedenti la possibilità di offrire i propri servizi in Italia, sempre e tassativamente dietro rilascio della licenza ADM. 

Per questo motivo, anche quando un’azienda non è radicata in Italia dalla nascita, e ha un nome straniero, questa può offrire legalmente gioco a distanza, a patto che il dominio in Italia sia convertito in “.it” e a condizione esclusiva che sia in possesso di regolare concessione ADM.

Diversa è la situazione per alcuni operatori che, sebbene non possano offrire giochi online in Italia, non sono di per sé illegali, in quanto in possesso di licenza rilasciata nei paesi di provenienza da autorità di regolamentazione simili ad ADM. Tra le più note del comparto ci sono, ad esempio, la Malta Gambling Authority, la licenza inglese della Gambling Commission (UKGC), quella di Curaçao (GCB), e quella svizzera, dopo la legalizzazione del gioco pubblico a distanza del 2019. 

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Tassazione del gioco a distanza e dichiarazioni al Fisco

La tassazione del gioco a distanza è operata alla fonte, dalla piattaforma autorizzata. 

In poche parole, il ruolo di sostituto d’imposta è svolto dallo stesso concessionario ADM, che è tenuto a riversare i corrispettivi importi nelle casse dell’Erario e, dunque, allo Stato. Il vincitore quindi, in caso di vincita, riceve in accredito una somma netta e già tassata. 

Uno degli interrogativi più comuni degli utenti riguarda la dichiarazione delle vincite al Fisco, in fase di denuncia dei redditi. In base a quanto spiegato, gli importi vinti tramite l’attività di gioco legale online non devono essere dichiarati, perché la ritenuta d’imposta è in capo al concessionario.

Per quanto riguarda le vincite conseguite presso un casinò avente sede all’estero, l’articolo 67 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi le inserisce tra i “redditi diversi”, che vanno dunque dichiarati al Fisco. In realtà, se la vincita avviene online, si configura un illecito, come sopra spiegato, in virtù del fatto che gli utenti possono accedere soltanto a operatori riconosciuti da ADM.



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