Speciale Pubblicato il 03/10/2022

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Le società in accomandita per azioni: modello da riscoprire

di Redazione Fisco e Tasse

La società in accomandita per azioni: un modello per favorire il passaggio dalla piccola alla grande impresa



Un e-book appena pubblicato tratta delle società in accomandita per azioni, un modello di società poco diffuso ma che si puo' prestare molto bene al passaggio da una piccola impresa individuale o collettiva a un modello di società piu' strutturato.

La società in accomandita si presta infatti a permettere ai soci fondatori di mantenere la direzione lasciando agli accomandati il compito di finanziare la società.

La società in accomandita per azioni ha infatti due tipologie di soci: accomandatari e accomandanti.

Autore dell'e-book l'avv.to Girolamo Lazoppina al quale lasciamo la parola riportando la sua prefazione dell'ebook dal Titolo "La società in accomandita per azioni"

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Caratteristiche e peculiarità della società in accomandita per azioni

Il tema delle Società in accomandita per azioni è poco trattato dagli studiosi del diritto societario. 

Ciò probabilmente perché tale tipo di società è poco diffuso nella prassi sebbene grandi gruppi familiari, soprattutto in passato, ne abbiano fatto uso come “cassaforte di famiglia”: si pensi, fra tutte, alla notissima Giovanni Agnelli e C. S.a.p.A. E tuttavia le ragioni che hanno spinto il legislatore ad introdurre un tipo di società “alternativo” alle società per azioni, una sorta di s.p.a. “modificata”, in cui il potere di gestione, in uno con la responsabilità personale, spettasse agli amministratori cosiddetti permanenti - i soci accomandatari - e che favorisse il passaggio dalla piccola alla grande impresa, merita di essere approfondito. Se non altro per la duplice responsabilità che caratterizza il tipo societario in questione: dei soci accomandatari ma anche della società con il proprio patrimonio. Nonché per il carattere sussidiario che caratterizza la responsabilità dei primi.

Attualmente l’Italia si trova ad avere più aziende di Francia, Germania e Spagna ma la maggior parte di esse (oltre il 94%) sono molto piccole e con dipendenti che non superano le nove unità. Ed in un contesto globale caratterizzato da notevoli spinte inflazionistiche e da una palese crisi energetica vi è una impellente necessità di aziende molto più grandi oltre che, ovviamente, di respiro internazionale. Va da sé, dunque, che un istituto come quello della S.a.p.a. pensato proprio per favorire il passaggio dalla piccola alla grande impresa meriti, rebus sic stantibus, di essere rivisitato.

Ho ritenuto, pertanto, utile tracciare la disciplina codicistica della s.a.p.a. - sia quella per essa specificatamente dettata (articoli 2452/2461) che quella della s.p.a. alla quale il legislatore espressamente rimanda - e di analizzarla alla luce dei migliori orientamenti dottrinali e dei recenti orientamenti giurisprudenziali. Il testo si pone dunque l’obiettivo di fornire ai pratici del diritto una guida agile e veloce, che consenta loro di districarsi rapidamente tra le pieghe delle norme e, nello stesso tempo, di dare modo agli studiosi del diritto societario di approfondire lo studio della S.a.p.a. alla luce di un prezioso quadro dottrinale e giurisprudenziale. Ma il testo si pone anche l’ambizioso obiettivo di mettere in luce un istituto poco considerato nella prassi e che, in un’ottica de iure condendo, meriterebbe di essere rivitalizzato. 

Non la riscoperta di un istituto dimenticato, dunque, ma lo studio e l’approfondimento della relativa normativa nella sua singolarità e specificità. 

Ai lettori, infine, il giudizio sul raggiungimento o meno degli obiettivi che con il presente lavoro di studio e di ricerca mi sono prefissato. 



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