L’IFRS 13 fornisce una chiara definizione di fair value (valore equo) intendendo per tale il prezzo che verrebbe ad essere percepito per la vendita di un'attività oppure il prezzo che verrebbe pagato a fronte del trasferimento di una passività nell’ambito di una regolare operazione svolta tra operatori di mercato alla data di valutazione. L’attività o la passività presa a riferimento per il calcolo del fair value potrebbe essere singola o far parte di un gruppo più ampio, come nel caso della CGU – Cash Generating Unit (unità generatrice di flussi finanziari).
Dunque per calcolare il fair value occorre partire da un’attività o passività delle quali bisogna tenere in conto una serie di caratteristiche al fine di stimarne il prezzo quali, a mero titolo esemplificativo:
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La valutazione del fair value prende a riferimento “una regolare operazione tra operatori di mercato per la vendita dell'attività o il trasferimento della passività” (IFRS 13 Par. 15), operazione che si deve svolgere alle correnti condizioni di mercato e deve avvenire nella stessa data in cui viene effettuata la valutazione.
Altro aspetto importante di cui bisogna tener conto è il mercato in cui si svolge l’operazione di vendita dell'attività o di trasferimento della passività, che può essere sia il mercato principale, ossia il mercato con il maggior volume e livello di scambi relativi a quella determinata attività o passività. In assenza di esso, si può prendere a riferimento il mercato più vantaggioso, che secondo la definizione fornita dall’IFRS 13 è da intendersi come “il mercato che massimizza l'ammontare che si percepirebbe per la vendita dell'attività o che riduce al minimo l'ammontare che si pagherebbe per il trasferimento della passività, dopo aver considerato i costi dell'operazione e i costi di trasporto”.
Inoltre, nello stimare il fair value di un'attività o di una passività è necessario adottare le stesse assunzioni che gli operatori di mercato prenderebbero a riferimento al fine di individuarne il prezzo, presupponendo sempre che gli operatori di mercato in generale operino in modo da massimizzare il proprio interesse economico.
L’IFRS 13 precisa anche che il prezzo stimato nel mercato principale (o in sua assenza, nel mercato più vantaggioso) non va rettificato per tener conto dei costi dell'operazione. Tuttavia, il Principio specifica anche che i costi dell'operazione non riguardano i costi di trasporto. Pertanto, se l'ubicazione di un’attività è una sua precisa caratteristica, allora il prezzo va rettificato in funzione degli eventuali costi da sostenere al fine di trasportare l'attività dalla sua ubicazione attuale al mercato dove avviene lo scambio.
E’ necessario utilizzare tecniche di valutazione che siano in qualche modo adatte alle circostanze in cui ci si trova ad operare e per le quali vi siano a disposizione dei dati che siano sufficienti per valutare il fair value. Nell’adoperare tali tecniche occorre prediligere l’utilizzo di input osservabili rilevanti e ridurre al minimo l'utilizzo di input non osservabili.
In taluni casi potrà risultare opportuno utilizzare una sola tecnica di valutazione (come nel caso in cui vengano presi a riferimento i prezzi quotati in un mercato). In altri casi, invece, potrà risultare opportuno utilizzare più tecniche di valutazione e i risultati dovranno essere valutati in considerazione della ragionevolezza della gamma di valori indicata dai risultati a cui si è pervenuti.
Anche se in linea generale le tecniche di valutazione vanno applicate in modo uniforme, tuttavia può risultare opportuno apportare un cambiamento a una tecnica di valutazione o alla sua applicazione se tale variazione porti ad una valutazione esatta o comunque più rappresentativa del fair value.
E’ quanto avviene nel caso in cui nasca un nuovo mercato o vi sia un mutamento delle condizioni del mercato stesso, oppure si viene in possesso di nuove informazioni o alcune di quelle utilizzate nella valutazione non risultino essere più disponibili. Qualora vengano rilevate delle rettifiche a seguito di un cambiamento nella tecnica di valutazione occorre contabilizzarle come un cambiamento nella stima contabile, sulla base di quanto previsto dallo IAS 8 - Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori.
L’IFRS 13 stabilisce una gerarchia di fair value e classifica in tre livelli gli input che sono utilizzati nelle tecniche di valutazione adottate. Gli input, secondo la definizione fornita dal Principio, sono
costituiti dalle assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell'attività o della passività e possono essere osservabili o non osservabili.
In particolare, gli input di Livello 1 sono costituiti dai prezzi quotati (non rettificati) presenti nei mercati attivi per attività o passività identiche a quelle prese a riferimento nella valutazione del fair value.
Gli input di Livello 2 sono invece input diversi da quelli del Livello 1 ma che comunque sono osservabili direttamente o indirettamente per l'attività o per la passività.
Infine, gli input di Livello 3 sono dati agli input non osservabili per l'attività o per la passività.
Le tecniche di valutazione devono basarsi per quanto possibile sull’impiego di input osservabili rilevanti e minimizzare l'utilizzo degli input non osservabili.
La gerarchia del fair value ovviamente prevede che vengano utilizzati prioritariamente gli input di Livello 1, poi quelli di Livello 2 e che in via residuale si passi a quelli di Livello 3.
E’ bene tener presente che le disposizioni sulla valutazione del fair value previste dall’IFRS 13 non si applicano a:
a) operazioni che prevedano un pagamento che si basi su azioni così come normato dall'IFRS - 2 Pagamenti basati su azioni;
b) operazioni di leasing rilevate in conformità all'IFRS 16-Leasing;
c) valutazioni che pur presentando un certo livello di similarità con la stima del fair value, tuttavia risultano essere diverse e basarsi su differenti principi contabili come il valore netto di realizzo a cui fa riferimento lo IAS 2 - Rimanenze o il valore d'uso trattato dallo IAS 36 Riduzioni di valore delle attività.