Speciale Pubblicato il 22/02/2021

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Riforma pensioni 2021: cosa ci attende

di Prof Luigi Pelliccia

Pensioni: situazione attuale, legge di bilancio 2021 e possibili riforme in arrivo



Con i più recenti interventi normativi in tema di previdenza, abbiamo oramai raggiunto il 23° anno di riforme previdenziali, a volte parziali, a volte più strutturali.

 L’ultimo (ma sicuramente non ultimo) dei provvedimenti normativi è la legge n. 178/2020 (la legge di bilancio per il 2021) che, senza “stravolgere” il vigente impianto normativo in materia ha però introdotto alcune significative previsioni, in buona misura correttive/integrative delle precedenti.  

Nelle classifiche europee il nostro Paese è costantemente all’ultimo o penultimo posto per livello di crescita dell’economia, per la produttività e per l’occupazione sia totale sia soprattutto femminile e giovanile. Il numero delle nascite è in calo in tutti i Paesi, e in Italia forse lo è un poco di più; in gran parte dipende dallo sviluppo. 

Nel 1861 eravamo 22 milioni; 100 anni dopo, nel 1961 grazie anche al boom economico del Dopoguerra, eravamo già 50,6 milioni; 57 milioni nel 2001, 59 nel 2011 e 60,8 nel 2014. L’Istat ci informa che il saldo naturale (la differenza tra il numero dei nati e quello dei deceduti) peggiora dal 2002 e nel 2019 è stato di meno 193mila unità. 

La popolazione ha continuato comunque ad aumentare fino al 2014 grazie anche ai circa 5 milioni di nuovi abitanti immigrati, flusso oggi in rallentamento, e agli oltre 1,8 milioni di cittadinanze concesse agli stranieri dal 2002. Se anche perdessimo circa 200mila abitanti l’anno ci vorrebbero 20 anni per tornare a 56 milioni di abitanti. 

La vera sfida  di cui tener conto per una eventuale riforma pensioni   è quella di invecchiare attivamente, lavorando anche dopo i 67 anni e facendo molta prevenzione per trascorrere in buona salute l’ultima parte della nostra vita e così il rapporto attivi/pensionati si manterrà per i prossimi anni su livelli accettabili (1,5) a condizione di smettere di introdurre deroghe e/o diversificare le anticipazioni, chiaramente dannose per il nostro sistema pensionistico che, nel 2019, aveva toccato il massimo di sostenibilità. 

A partire dal 2040 il tasso di natalità inizierà ad aumentare seppure lentamente e inizierà un nuovo ciclo.

Articolo tratto dall' e book  Pensioni 2021 di L. Pelliccia  III edizione

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tratto dall' e book  Pensioni 2021 di L. Pelliccia  III edizione

Le pensioni nella legge di bilancio 2021

Dopo un anno, il 2020, segnato dall’emergenza pandemica e, parallelamente, dalla connaturata crisi economica, il 2021 viene ad assumere un ruolo quanto meno attendista nel campo previdenziale, nell’auspicio di una robusta ripresa e, più in prospettiva, di una riforma pensioni (veramente) organica,  aspetto questo oramai non più eludibile e non sostituibile con le politiche previdenziali adottate negli ultimi anni, qualche volta anche random, negli ultimi anni, seguendo schemi e obiettivi per lo più legati all’indirizzo politico-economico in quel momento maggioritario nel Paese. 

Del resto, gli interventi “tampone” sul sistema pensionistico previsti dall’ultima legge di bilancio non possono andare oltre la loro stretta natura contingente. Ci riferiamo alla nona (!) salvaguardia pensionistica, finalizzata all’accesso alla pensione con le regole ante Riforma Fornero per un massimo di 2.400 lavoratori distribuiti in 5 categorie (che vanno dai genitori care givers agli autorizzati alla contribuzione volontaria, passando ai lavoratori più precari di alcuni settori).

 Altro intervento è quello relativo all’ampliamento dei termini per maturare i requisiti dell’Opzione donna entro la fine del 2020, (previsione introdotta nel 2004 ma ancora “sperimentale”). (Per approfondire leggi: "Opzione donna 2021 le regole e le novità"

Analoga scelta anche l’APE sociale, per la quale viene prevista una proroga fino alla fine del 2021. 

La legge n. 178/2020 estende poi, sino al 2023, la possibilità (originariamente prevista in via sperimentale fino al 2020 dall’art. 1, co. 160, legge n. 205/2017), di accompagnamento alla pensione attraverso il prepensionamento per aziende del settore privato, la c.d. isopensione (strong>qui le ultime novità), attivabile, per ciascun lavoratore, su base volontaria e solo qualora l’interessato sia in possesso dei requisiti minimi per il pensionamento di vecchiaia o anticipato nei 7 anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro. 

Rimanendo in questo perimetro, la vera scommessa del legislatore per il 2021 appare essere il contratto di espansione, la cui sperimentazione (ad oggi di poco meno di 2 anni, secondo quanto a suo tempo prevedeva il Decreto Crescita) viene prorogata di un altro anno. (Leggi qui maggiori dettagli: "Contratto di espansione: il nuovo scivolo pensionistico")

Il 2021, infine,  salvo sempre possibili "revirement", sarà l’ultimo utile per l’accesso a Quota 100 (vedi qui le regole in vigore)  con 62 anni di età, requisito anagrafico questo che, dal 2023, dovrebbe tornerà a vedere incrementare il proprio requisito anagrafico per effetto degli adeguamenti a speranza di vita ex legge n. 122/2010. 

Articolo tratto dall' e book  Pensioni 2021 di L. Pelliccia  III edizione

Pensioni 2021 dati OCSE sull'Italia

Secondo il Rapporto dell’Ocse “Working better with age”, pubblicato ad agosto 2019, entro il 2050 in Italia il numero dei pensionati potrebbe superare quello dei lavoratori. Tali stime confermerebbero peraltro alcune delle ipotesi formulate anche dal Working Group on Ageing della Unione europea e dal Fondo Monetario Internazionale, che intravedono per il futuro dell’Italia un quadro caratterizzato da bassissima crescita economica e declino demografico: uno scenario che, se si realizzasse, metterebbe in seria difficoltà non solo quello previdenziale, ma l’intero sistema di welfare italiano.

Articolo tratto dall' e book  Pensioni 2021 di L. Pelliccia  III edizione



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