Uno dei motivi principali del successo del Portogallo come mèta dei pensionati di tutta Europa è la politica del “Nao residente Habitual”.
Con “Nao residente Habitual” si definisce una persona che vive in Portogallo in qualità di Residente non abituale. A questi è riconosciuto un regime fiscale particolare, approvato nel 2009 dal Parlamento portoghese e che offre, a chi prende la residenza fiscale in Portogallo, una serie di vantaggi fiscali per un periodo di 10 anni.
Soltanto successivamente al riconoscimento di “Nao residente Habitual” i pensionati di tutta l’Unione Europea acquisiscono il diritto di usufruire della normativa che prevede la totale detassazione della pensione per un periodo di 10 anni (improrogabili).
Almeno fino ad oggi.
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Sembra che l’attuale governo socialista di Antonio Costa abbia approvato un emendamento fiscale collegato alla legge di Bilancio portoghese che dal 2020 cambia le regole per i pensionati “immigrati”.
L’emendamento in questione deve essere ancora votato, ma visti gli equilibri parlamentari portoghesi, non dovrebbero esserci sorprese al momento della votazione in aula.
La legge finanziaria 2020 propone infatti una tassa del 10% (con un pagamento minimo di 7.500 euro) su tutte le entrate previdenziali degli stranieri “residenti non abituali” presenti sul territorio lusitano. Fino ad oggi tale categoria, comprendente molti italiani, beneficiava di una totale esenzione fiscale per dieci anni.
Anche se i pensionati già presenti sul posto e strutturati fiscalmente possono tirare un sospiro di sollievo. Infatti la misura si applicherà solo ai nuovi arrivati e non riguarderà retroattivamente chi sta già usufruendo delle agevolazioni.
Sembrerebbe finire, in questo modo, il “paradiso fiscale” tanto chiacchierato negli ambienti agè di questi ultimi anni. Anche se c’è da dire che un 10% di tassazione è comunque una flat tax che continua a non temere confronti, quantomeno non con il sistema fiscale italiano.