Il Crowdfunding, termine prettamente anglosassone, è un processo mediante cui, attraverso una campagna informativa , utilizzando i social e mezzi di comunicazione tradizionali, viene condiviso un progetto al fine di ottenerne il finanziamento. Il fenomeno ha conosciuto un’importante diffusione all’estero, ma anche in Italia è in netta espansione.
Il Crowdfunding ha delle forti potenzialità soprattutto in Italia, a causa delle crescenti difficoltà di accesso al credito da parte delle PMI, che rappresentano il 94% del nostro tessuto produttivo. (...)
Il Crowdfunding oggi si può riferire ad un percorso di finanziamento per progetti di qualsiasi tipologia, con finalità economiche o sociali, dalla produzione di un album musicale, alla costruzione di un palazzetto dello sport, all'assistenza sanitaria per un bambino affetto da una patologia cronica. La sharing economy è una leva potente e tramite il Crowdfunding chiunque può lanciare un progetto ed attingere ad un numero molto ampio di investitori. Ognuno, dalla casalinga alla start-up ad un ente locale potrà far acquisire un’ampia visibilità e diffusione della propria idea riuscendo, se si è abbastanza convincenti, a finanziarla.
Non è esagerato parlare di democratizzazione della finanza, in quanto vengono stravolte le vecchie logiche di mercato che collegavano il finanziamento alla conoscenza dei canali giusti, alla rigida interpretazione dei parametri finanziari di bilancio, etc.
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Ricordiamo innazitutto i principali tipi di Crowdfunding che sono:
1) Donation crowdfunding: rientra nella classica raccolta fondi attraverso donazioni online, in cui una pluralità di soggetti animati da altruismo devolvono del denaro a sostegno di una causa specifica. Nella fattispecie non si riceve alcuna ricompensa se non simbolica ed intangibile. Modello adottato principalmente da Enti Non Profit
2) Reward crowdfunding: simile al modello “Donation”, si differenzia per la presenza di una ricompensa. In altri termini, i backer - ossia i sostenitori - ottengono una ricompensa sulla base dell'importo che hanno investito nel progetto finanziato, costituita - in genere - da un prodotto o un servizio. In pratica, si verifica di frequente una prevendita di un prodotto o di un servizio che sarà messo in produzione - solo in seguito - proprio grazie alle somme raccolte tramite la campagna di Crowdfunding.
3) Equity crowdfunding: tramite questa formula, frequentemente oggetto di regolamentazione finanziaria, si ottiene il finanziamento di una iniziativa commerciale fornendo in cambio una partecipazione nella società appositamente costituita. Viene definito anche con il termine di crowd-investing. Nel 2013, l’Italia è diventata la prima nazione in Europa che ha approvato ed adottato una normativa completa sull’Equity Crowdfunding
4) Lending crowdfunding: denominato anche Peer to Peer Lending. A differenza del modello precedente, invece di acquisire una quota di partecipazione nel business si effettua un prestito al promotore dell’iniziativa economica. Le piattaforme di lending, oltre la valutazione del rischio- credito della singola azienda tramite la piattaforma, distribuiscono la quota raccolta in rete, su una moltitudine di progetti, riducendo sensibilmente il rischio di insolvenza.
5) Modelli Ibridi: riguardano la combinazione dei modelli base e dei nuovi modelli di Crowdfunding. L’unico degno di attenzione è il “Pre-purchase model”, che oltre ad offrire i vantaggi-reward collegati al servizio/prodotto finanziato in Crowdfunding può associare anche il diritto di opzione all’acquisto di quote o azioni nel progetto in momento successivo. Ad esempio, ipotizziamo che venga ideato un prodotto innovativo e che per la sua realizzazione siano preventivati 500.000 euro. Viene programmata una campagna di raccolta fondi che prevede quale "reward" l’acquisto a prezzo vantaggioso del prodotto realizzato oltre che la possibilità di acquistare una quota di partecipazione nella new company.
Il Social Lending è un vero e proprio dirompente canale alternativo di credito, che favorisce il credito tra privati eliminando i tradizionali canali bancari e delle finanziarie. Le piattaforme di Crowdfunding tendono a catalizzare l’interesse di una pluralità di soggetti ed a creare una comunità virtuale dove sono presenti:
Il proponente sottopone un suo progetto di investimento di espansione della sua attività commerciale e/o industriale e la sottopone ai gestori della piattaforma.
I gestori della piattaforma di crowdfunding valutano il rischio creditizio e la solvibilità del richiedente e ne ammettono il progetto sulla piattaforma.
Le piattaforme suddividono le somme che i prestatori offrono su una miriade di progetti frazionando il rischio di insolvenza, predispongono, inoltre, un fondo per fronteggiare eventuali insolvenze ed un team legale per curare i recuperi dei crediti deteriorati.
Si tratta di una vera e propria deregolamentazione che permette di offrire tassi di interesse più bassi per chi prende a prestito ed al contempo più elevati per chi presta. Ovviamente sulle attività vigila l’organo di controllo bancario che in Italia è rappresentato dalla Banca d’Italia.
Tale forma di finanziamento si è diffusa inizialmente in Gran Bretagna all’indomani della crisi finanziaria del 2008 che, come noto, ha comportato un enorme restrizione dell’accesso ai canali bancari. (...)
Sono ormai oltre 40 le piattaforme di Social Lending attive nel mondo con punte di eccellenza negli USA (Lending Club e Prosper).
In Italia ricordiamo Smartika e Prestiamoci.
Si osserva che nel caso di rischio credito basso le imposte e le commissioni assorbono circa il 60% del rendimento, sicchè una riduzione della commissione richiesta avrebbe certamente un effetto dirompente sulla maggiore diffusione dello strumento.
All’estero le migliori piattaforme di P2P (acronimo per peer to peer lending) sono:
Upstart opera ovviamente in dollari esponendo quindi il richiedente e l’investitore residenti in Europa al rischio valuta. Di maggior interesse invece per PMI, Persone Fisiche ed investitori europei è la piattaforma ViaInvest che utilizza come valuta di riferimento l’euro.
Vediamo di seguito gli step per una campagna di crowdfunding con social lending.
I Prestatori attivano le loro offerte, indicando importo e durata del prestito, tasso desiderato e tipologia dei Richiedenti a cui prestare, secondo diversi profili di rischio, (Conservative, Balanced e Dynamic). Per minimizzare e diversificare il rischio, l’offerta viene suddivisa in 50 parti: in tal modo il Prestatore che mette in offerta 1.000 € presterà a 50 diversi Richiedenti 20 € ciascuno;
TRATTO DA "GUIDA AL CROWDFUNDING" Ebook 2019 PDF 145 pagine