Il testo del progetto di Direttiva sul copyright, presentato nel 2016, il 12 settembre 2018 ha trovato il consenso definitivo dell’Europarlamento, emendando la proposta della commissione affari giuridici del giugno scorso. 438 i voti favorevoli, contrari 226, 39 le astensioni.
La riforma poggia su quattro pilastri:
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La parte più consistente delle modifiche apportate dal Parlamento alla proposta primigenia della Commissione europea, punta a garantire che i creativi:
siano remunerati per il loro lavoro nelle ipotesi in cui questo venga utilizzato da:
La posizione del Parlamento irrobustisce la proposta della Commissione europea in materia di responsabilità delle piattaforme e degli aggregatori, con specifico riferimento alle violazioni del diritto d’autore. Ciò vale pure per i cosiddetti snippet, dove viene resa visibile solamente una piccola parte del testo di un editore di notizie. Di fatto, la responsabilità in questione imporrebbe, a tali soggetti, di remunerare chi detiene i diritti sul materiale, protetto da copyright, che mettono a disposizione. In modo esplicito, il testo richiede, che non soltanto le case editrici, bensì anche i giornalisti, godano dei ricavi in questione. Al contempo, nella finalità di incoraggiare, nello specifico settore, start-up ed innovazione, il testo lascia fuori dalla disciplina:
Le nuove norme manifestano anche la finalità di non ostruire la libertà di espressione che contraddistingue la rete Internet. Ne consegue che:
Il testo specifica che il caricamento di contenuti su:
sarà automaticamente escluso dall’obbligo di rispettare i nuovi precetti sul copyright.
Il testo del Parlamento rafforza la posizione negoziale di autori e artisti:
La dichiarazione del relatore Axel Voss. Sul comunicato stampa diffuso a seguito della votazione del 12 settembre, è stata riportata una dichiarazione rilasciata dal relatore Axel Voss (PPE, DE): “Sono molto lieto che, nonostante il forte lobbying dei giganti di Internet, la maggioranza dei deputati al Parlamento europeo sia ora a favore della necessità di tutelare il principio di una retribuzione equa per i creativi europei. Il dibattito su questa direttiva è stato molto acceso e credo che il Parlamento abbia ascoltato con attenzione le preoccupazioni espresse. Abbiamo quindi affrontato le preoccupazioni sollevate in merito all’innovazione escludendo dal campo di applicazione i piccoli e micro aggregatori o piattaforme. Sono convinto che, una volta che le acque si saranno calmate, Internet sarà libera come lo è oggi, i creatori e i giornalisti guadagneranno una parte più equa degli introiti generati dalle loro opere, e ci chiederemo per quale motivo tutto questo clamore”.