I canali di finanziamento a disposizione delle piccole e medie imprese italiane sono molti e, a differenza di come è sempre stato in passato, ad oggi le PMI hanno la possibilità di avere accesso a fonti diversificate di capitali. Il crescente bisogno di accedere a nuovi finanziamenti e la necessità di ridurre la dipendenza dal canale bancario hanno fatto sì che, strumenti ad esclusiva disposizione di imprese più strutturate, siano oggi comunemente utilizzati in imprese di dimensioni più piccole.
La quasi totalità del tessuto industriale italiano è da sempre rappresentata dalle piccole e medie imprese il cui principale canale di finanziamento è identificato nel sistema bancario. La mancanza di diversificazione dei canali di finanziamento rappresenta un potenziale limite allo sviluppo e alla crescita delle nostre imprese; la possibilità di accedere ad una rete più ampia di canali è, per la realtà imprenditoriale del paese, una spinta importante al processo di sviluppo ed espansione.
Grazie ad alcune mirate azioni del Governo italiano, è stato semplificato da un punto di vista burocratico l’accesso a quegli strumenti di raccolta prima di esclusivo utilizzo di imprese maggiormente strutturate. Le PMI italiane possono oggi emettere mini bond o decidere di quotarsi sul mercato, in un segmento come l’AIM a queste specificatamente dedicato. I risvolti positivi dell’intero processo affiancano i piccoli e medi imprenditori nel processo di crescita a livello nazionale e rappresentano un’importante spinta per il generico processo di globalizzazione e sviluppo dell’economia del Paese.
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Il presente articolo è tratto dall'e-book Finanza di sviluppo per PMI
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I mini bond, strumenti di debito pensati per aiutare le PMI italiane nel duro periodo del credit crunch, ad oggi continuano ad essere in continua crescita. Le emissioni nel 2017 ammontano ad un totale di 170 contro le 110 realizzate nel 2016; l’utilizzo complessivo di questo strumento vede protagoniste non solo le piccole imprese ma anche quelle più strutturate con un fatturato tra i 50 e i 500 milioni. Sebbene sia nato con l’idea di sostituire il canale bancario come unica fonte di finanziamento, in virtù delle attuali statistiche, i mini bond risultano essere un canale parallelo al sistema bancario.
L’obiettivo principale delle imprese che utilizzano tali strumenti è diventato dunque quello di diversificare le proprie fonti di finanziamento e limitare il più possibile la dipendenza da un unico creditore. Grazie ai mini bond le PMI italiane possono avere un primo canale di accesso ad investitori istituzionali, funzionale non solo ad una maggiore strutturazione delle aziende stesse ma anche alla preparazione per un’eventuale quotazione futura.
Dai primi dati disponibili del 2018 sembra dunque che i mini bond, il cui numero di emissioni nei primi mesi dell’anno in corso si attesta intorno a 16, aiutino complessivamente ad una stabilizzazione del sistema imprenditoriale del nostro paese. I mini bond sono dunque il canale di accesso al mercato di capitali per le PMI che hanno così la possibilità di rendersi maggiormente indipendenti dal sistema bancario e reperire fondi per investimenti straordinari o per progetti di ampliamento, sviluppo e internazionalizzazione.
In parallelo alla possibilità per le imprese di avere un canale diretto di comunicazione con investitori istituzionali, da ormai 10 anni Borsa Italiana ha un mercato dedicato alle piccole medie imprese: l’AIM.
Grazie ad una procedura di ammissione più flessibile, le PMI italiane, tramite questo canale, possono ottenere una maggiore competitività e visibilità a livello internazionale. Il continuo sviluppo che ad oggi tale segmento di mercato ha vissuto, ha portato ad avere 98 società quotate ed un totale di 3,3 miliardi raccolti, valori a cui vanno ad aggiungersi 6 nuove imprese che hanno deciso di quotarsi nei primi mesi del 2018 per una raccolta totale di 856 milioni di euro. Il trend in continua crescita che è stato registrato nel 2017 si è concluso con un numero di quotazioni AIM superiore alle IPO registrate nel MTA per lo stesso anno
La possibilità di poter avere accesso a nuove fonti di finanziamento in aggiunta ad una regolamentazione meno stringente concede dunque alle imprese italiane una maggiore flessibilità operativa e strategica. La quotazione AIM ha rappresentato e rappresenta oggi più che mai un importante trampolino di lancio per le piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita e con significative prospettive di sviluppo e internazionalizzazione.
Un importante spinta allo sviluppo del mercato AIM è stata senza dubbio l’attività svolta dai PIR, piani individuali di risparmio introdotti in Italia con la legge di bilancio 2017. Tale forma di risparmio fiscalmente incentivato ha registrato nel 2017 una raccolta di quasi 10 miliardi di euro che, destinata in gran parte alle Pmi nazionali, offre ad oggi un’importante disponibilità di risorse per le nostre aziende.
Gli strumenti destinati al supporto e allo sviluppo dell’economia del paese sono dunque molti e rappresentano un’occasione di crescita per tutti i soggetti coinvolti, sia per i risparmiatori che ampliano e diversificano il proprio portafoglio di investimenti sia per le imprese che, vedendosi destinatarie di un ingente flusso di capitali, hanno l’occasione per crescere e attuare piani di sviluppo ed espansione.