La Legge Delega 206/2016 ha l'obbiettivo di cambiare, entro 12 mesi, a partire dal 3 luglio 2016, il terzo settore. Le modifiche di cui si dovranno occupare i decreti attuativi sono molte; in questo approfondimento dopo aver definito cosa si intende per "terzo settore" trattiamo le modifiche principali previste dalla Legge Delega, ovvero la redazione di un unico codice di riferimento con tutta la normativa, compresa quella tributaria; l'introduzione del servizio civile universale; la revisione dell'impresa sociale e degli enti senza scopo di lucro.
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Come chiarito all’art.1 della Legge delega “per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.”
In coerenza con tale definizione, non si considerano appartenenti al terzo settore: “le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche.”
Uno dei primi obiettivi perseguiti dalla Legge Delega per il terzo settore è la revisione degli enti senza scopo di lucro. In particolare l’art. 2 prevede la revisione della "disciplina del titolo II del libro primo del codice civile in materia di associazioni, fondazioni e altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro, riconosciute come persone giuridiche o non riconosciute.”
Il decreto attuativo deve perseguire molti scopi in quanto:
1. da un lato si cerca maggior semplificazione del procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica, anche tramite un elenco di informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e negli atti costitutivi.
2. dall'altro ci sono una serie di cambiamenti da introdurre per garantire maggiore trasparenza come:
L’art. 4 della Legge Delega prevede il riordino e la revisione della disciplina relativa agli enti tramite la redazione di un codice unico del Terzo settore contentente anche la disciplina tributaria.
Si introduce inoltre un Registro unico nazionale del Terzo settore, suddiviso in specifiche sezioni, da istituire presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali; con iscrizione obbligatoria per gli enti che si avvalgono di finanziamenti pubblici, di pubbliche sottoscrizioni, di fondi europei o che esercitano attività in regime di convenzione/accreditamento con enti pubblici.
Oltre ad istituire il registro nazionale, gli altri principali obiettivi che devono essere realizzati entro i prossimi 12 mesi dai decreti attuativi sono:
L’impresa sociale è un’organizzazione privata che svolge attività d’impresa con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale; che destina i propri utili prioritariamente al conseguimento dell’oggetto sociale e che favorisce il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti interessati alle sue attività.
Dal momento che la Legge delega prevede un coordinamento tra la disciplina dell’impresa sociale e quella del regime delle attività d’impresa svolte dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, il decreto attuativo deve prevedere:
La Legge Delega prevede l’obbligo di revisionare il servizio civile nazionale per la difesa non armata della patria e la promozione dei valori fondativi della Repubblica. In generale sarà introdotto un meccanismo con cui i giovani italiani e stranieri regolarmente soggiornanti, di età compresa tra 18 e 28 anni, possono essere ammessi al servizio civile universale con bando pubblico.
Il servizio civile universale avrà una durata compresa fra 8 e12 mesi, con possibilità di prestarlo in parte, in uno degli Stati membri dell’Unione europea nonché, per iniziative riconducibili alla promozione della pace e della nonviolenza e alla cooperazione allo sviluppo, anche nei Paesi al di fuori dell’Unione europea.
In generale si mira ad un riconoscimento e alla valorizzazione delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio civile universale in funzione del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo.