A causa delle temperature da record registrate nell'estate 2015, molti lavoratori impiegati nel settore agricolo o edile, che trascorrono diverse ore sotto i raggi solari ed il fisico è sottoposto a maggiore stress, sono stati esposti al rischio di colpo di calore.
Infatti, l'elevata temperatura dell'aria, l'umidità e la prolungata esposizione al sole, possono causare nel lavoratore a rischio un aumento della temperatura corporea che si manifesta con debolezza, nausea, vomito, cefalea, crampi muscolari, brividi, sete intensa, cute calda e arrossata e, se la situazione si aggrava, vi è il rischio di morte.
Per tutelare quindi, la salute e la sicurezza dei lavoratori, questo tipo di pericolo deve essere preso in considerazione dai datori di lavoro che operano nei settori a rischio in quanto, come previsto dal D.Lgs. 81/2008, articolo 17, tra gli obblighi del datore di lavoro vi è quello di valutare tutti i rischi e di eliminarli o ridurli attuando un sistema di prevenzione anche attraverso la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi nel quale appunto, farà una relazione sulla valutazione di tutti i rischi, indicherà le misure di prevenzione e protezione attuate e i dispositivi di protezione individuali messi a disposizione ai lavoratori.
Nel fare ciò, il datore di lavoro può tener conto di linee guida e manuali di buone prassi messi a loro disposizione da vari organi competenti come INAIL o ASL, e, allo stesso tempo, per rimanere informato, formato e aggiornato sul tema in questione, può partecipare a convegni e corsi di formazione. Il datore di lavoro inoltre, deve provvedere alla formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e fare in modo altresì che siano sottoposti ai controlli sanitari. Il lavoratore però allo stesso tempo, per evitare il rischio di colpo di calore, deve anch'esso come previsto dall'articolo 20 dello stesso decreto legislativo 81/2008, rispettare degli obblighi e seguire quindi le disposizioni messe in atto dal datore di lavoro ed essere informato su tale rischio.
Per evitare il rischio di colpo di calore, il datore di lavoro e gli stessi lavoratori, possono utilizzare diverse strategie.
Ad esempio il datore di lavoro può anticipare l'inizio dei lavori al mattino in modo da sfruttare le ore più fresche per i lavori più pesanti, può aumentare il numero delle pause o far ruotare i lavoratori esposti al sole ed indicare quali sono gli indumenti più adatti in quanto, il lavoratore dovrà evitare di lavorare a pelle nuda ma indossare abiti leggeri e traspiranti con maniche e pantaloni lunghi. Inoltre il lavoratore dovrà curare anche l'alimentazione evitando pasti abbondanti e l'uso di bevande alcoliche. Fondamentale è inoltre, sia per il datore di lavoro che per il lavoratore, sapere quali sono le principali misure di primo soccorso nel caso di un malessere dovuto a colpo di calore come ad esempio chiamare il 118, posizionare il soggetto in un ambiente fresco e fare delle spugnature con acqua fresca. In conclusione possiamo dire che, se all'interno di un'azienda un lavoratore fosse colpito da un colpo di calore, la responsabilità ricade sul datore di lavoro il quale ha appunto, come previsto dal D.Lgs. 81/2008, l'obbligo di valutare tutti i rischi compreso quello del colpo di calore che si può manifestare in lavoratori come agricoltori o operai impiegati nei cantieri edili e stradali che trascorrono diverse ore sotto i raggi solari e, quindi, fornire agli stessi tutti i mezzi necessari per prevenire il verificarsi ti tale rischio.
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Per evitare il rischio di colpo di calore, il datore di lavoro e gli stessi lavoratori, possono utilizzare diverse strategie.
Ad esempio il datore di lavoro può anticipare l'inizio dei lavori al mattino in modo da sfruttare le ore più fresche per i lavori più pesanti, può aumentare il numero delle pause o far ruotare i lavoratori esposti al sole ed indicare quali sono gli indumenti più adatti in quanto, il lavoratore dovrà evitare di lavorare a pelle nuda ma indossare abiti leggeri e traspiranti con maniche e pantaloni lunghi.
Inoltre il lavoratore dovrà curare anche l'alimentazione evitando pasti abbondanti e l'uso di bevande alcoliche.
Fondamentale è inoltre, sia per il datore di lavoro che per il lavoratore, sapere quali sono le principali misure di primo soccorso nel caso di un malessere dovuto a colpo di calore come ad esempio chiamare il 118, posizionare il soggetto in un ambiente fresco e fare delle spugnature con acqua fresca.
In conclusione possiamo dire che, se all'interno di un'azienda un lavoratore fosse colpito da un colpo di calore, la responsabilità ricade sul datore di lavoro il quale ha appunto, come previsto dal D.Lgs. 81/2008, l'obbligo di valutare tutti i rischi compreso quello del colpo di calore che si può manifestare in lavoratori come agricoltori o operai impiegati nei cantieri edili e stradali che trascorrono diverse ore sotto i raggi solari e, quindi, fornire agli stessi tutti i mezzi necessari per prevenire il verificarsi ti tale rischio.