I tempi della giustizia corrono rapidi e
la Corte d’appello di Milano ha già emesso un’ordinanza relativa alla sentenza della CGUE dell’8 settembre scorso che ha bocciato i termini troppo brevi della prescrizione che non consentono la punibilità di attività illecite.
E' la prima volta che una Corte di merito chiede di opporre i cosiddetti “controlimiti” alla legislazione primaria europea.
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La Corte di appello di Milano solleva la questione di legittimità costituzionale in merito alla disapplicazione del diritto nazionale dopo la pronuncia della Corte di Giustizia UE
In seguito alla pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che abbiamo commentato nell'articolo "
Possibile allungare i tempi della prescrizione "(Sentenza Taricco), i giudici di merito della Corte d’appello di Milano hanno sollevato questione di legittimità costituzionale sull’art. 2, Legge n. 130/2008 che da attuazione nel nostro paese al trattato sul funzionamento dell’Unione Europea: “nella parte che impone di applicare la disposizione di cui all'art. 325 §§ 1 e 2 TFUE, dalla quale - nell'interpretazione fornitane dalla Corte di giustizia nella sentenza in data 8.9.2015, causa C-105/14, Taricco - discende l'obbligo per il giudice nazionale di disapplicare gli artt. 160 ultimo comma e 161 secondo comma c.p. in presenza delle circostanze indicate nella sentenza, anche se dalla disapplicazione discendano effetti sfavorevoli per l'imputato, per il prolungamento del termine di prescrizione, in ragione del contrasto di tale norma con l'art. 25, secondo comma, Cost.”
L’ordinanza di rimessione alla Corte Costituzionale assume un’importanza specifica nel panorama della giurisprudenza italiana in considerazione del fatto che è la prima volta che una Corte di merito chiede di opporre i cosiddetti “controlimiti” alla legislazione primaria europea. In particolare i giudici milanesi ritengono che il principio di legalità (art. 25, comma 2 della Costituzione Italiana: “Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”) sia prevalente rispetto all’applicazione della disciplina europea. Sul punto tuttavia la giurisprudenza non è unanime: si contrappongono infatti due filoni giurisprudenziali i quali ritengono che la prescrizione, a seconda della posizione adottata, sia o non sia soggetta al principio di legalità.
Le conseguenza pratiche dell'ordinanza di rimessioni alla Corte Costituzionale
Nel caso in cui la Corte Costituzionale rigetti la questione sollevata dalla Corte d’appello di Milano, i giudici potrebbero disapplicare le norme sulla prescrizione; sarebbe così concessa un’applicazione in malam partem e retroattiva del diritto penale. Diversamente, se la questione venisse accolta, la disapplicazione delle disposizioni italiane sulla prescrizione porterebbe ad una violazione del principio di legalità stabilito nella Carta Costituzionale.