L’allarme parte da una categoria che negli ultimi 24 mesi si è praticamente fermata.
«La riforma della fiscalità immobiliare, con l'introduzione del Trise, comporta un rilevante aumento della tassazione sia con riferimento all'abitazione principale sia sulle seconde case sfitte, quantificabili rispettivamente al 72% e al 19%». Con queste parole il presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili Paolo Buzzetti ha bocciato il rassetto della fiscalità sulla casa imposto dalla nascente Legge di Stabilità. Ance, Confedilizia, Cnel, sindacati e operatori economici, sono stati ascoltati ieri nell’ambito delle commissioni Bilancio di Camera e Senato congiunte per l’esame del provvedimento.
Buzzetti è netto nel giudicare la ‘Stabilità’ come un passo indietro rispetto alle prime avvisaglie di ripresa, storicamente agganciate alla salute del mattone. Insomma, per il numero uno di Ance togliere l’Imu e rimettere la Tasi aggraverà la situazione.
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Alta la preoccupazione dei costruttori per la Trise
Infatti, pur apprezzando la proroga delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per la riqualificazione energetica degli edifici nell’attuale misura potenziata (rispettivamente, 50% e 65%), è alta la preoccupazione «per le conseguenze sugli investimenti immobiliari derivanti dal nuovo impianto impositivo sugli immobili», che «si scontra non solo con l’esigenza di semplificazione della tassazione sugli immobili, ma rappresenta un sicuro disincentivo all’investimento immobiliare, che invece andrebbe sostenuto, alleggerendo il prelievo sull’acquisto, sulla falsa riga di quanto previsto negli ordinamenti di altri Stati europei».
Su questo aspetto insiste anche Confedilizia: «Non viene rispettato l’impegno del Governo ad un “alleggerimento del carico tributario sugli immobili” o, almeno, ad un mancato aumento — ha spiegato il segretario generale Giorgio Spaziani —. Qualora il testo del disegno di legge non venisse modificato, esso determinerà aumenti di tassazione sugli immobili che potranno portare a quasi 10 miliardi di euro di gettito in più rispetto al 2013».
Pollice verso anche per le risorse destinate agli investimenti infrastrutturali, definite dall’Ance esigue «sia rispetto alle esigenze espresse dal ministero delle Infrastrutture nell'Allegato al Def 2014 (8-10 miliardi nel triennio 2014-2016), sia rispetto alla proposta dell'Ance di un piano pluriennale per le infrastrutture (30 miliardi nel triennio)». La riduzione stimata per il 2014 è nell’ordine del 15% circa rispetto all’anno in corso.